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Cronaca

Vicenda Suv, gli atti della Regione: "Nessuna illegittimità è stata compiuta dal Comune"

Le due lettere sono state finora accennate, ma mai rese pubbliche: a tirare in ballo gli assessorati era stato il Codacons

Se ne è parlato, ma nessuno ha avuto modo di vederle "dal vivo". Si tratta di due lettere da parte degli Assessorati regionali agli Enti locali e alla Famiglia che, dopo una specifica sollecitazione da parte del Codacons di Agrigento - che in merito alla vicenda Suv  chiedevano un intervento da parte anche della Regione - chiudono la procedura ispettiva rilevando l'assenza di irregolarità. Questo, tuttavia, senza sciogliere alcuni nodi del "Caso suv" e anzi, facendo riferimento ad aspetti della vicenda che sono stati poi letteralmente stravolti dagli eventi.

Andiamo alle "carte" che il sindaco Franco Micciché ha citato in una sua recente - e ad oggi sostanzialmente unica - nota stampa di replica sulla vicenda definendoli, a ragione, "contrapposti e inconciliabili" con la procedura di recupero delle somme del Ministero.

Il primo documento è del dieci febbraio, ed è a firma del Dipartimento alla Famiglia della Regione. Il funzionario espone come ha svolto le proprie attività durante una visita ispettiva al Comune durante la quale, comunque, ha parlato con i dipendenti comunali che hanno seguito la vicenda raccogliendo la loro ricostruzione dei fatti.

Il funzionario, nel ripercorrere la storia già nota - l'ente non riesce a spendere le somme perché in pochi partecipano al bando ecc - conclude: "Per non perdere tale importante finanziamento il Comune ha deciso, quindi, per le finalità anzidette di acquistare dei mezzi di trasporto per i ragazzi e dei computer".

Questo, aggiunge, in seguito ad "una interlocuzione con il Ministero in questione" sull'utilizzo delle somme. Peccato che poi il Ministero abbia fatto un passo indietro, scrivendo mesi dopo che si trattava di una indicazione "offerta a mero titolo collaborativo" che non aveva "valore" né poteva essere "considerata quale autorizzazione concessa da parte dello scrivente in merito all'acquisto dei mezzi".

Sulla tipologia di beni acquistati, il funzionario regionale conferma - riportando però solo le parole del Comune - che i suv sono stati un ripiego: l'Ente avrebbe dovuto acquistare "autovetture a 7/9 posti o pulmini per il trasporto di bambini", ma questo non si è potuto "realizzare per la mancata disponibilità di mezzi in pronta consegna".

Il Dipartimento, tuttavia conclude che "nessuna illegittimità risulta perpetrata dagli uffici del Comune di Agrigento" e archivia la vicenda.

Di tono molto simile nelle argomentazioni la nota dell'8 marzo dell'Assessorato regionale alle Autonomie locali. Anche in questo caso il funzionario si è rapportato unicamente al Comune (come da procedura) e ha voluto conoscere quanto avvenuto. Di interessante però sono in questo caso le conclusioni.

"Nell'ambito delle competenze ascritte - si legge - preso atto di quanto rappresentato dall'Ente, in ordine alla procedura di autorizzazione, acquisto delle autovetture ed affidamento delle stesse all'Associazione 'Volontari di Strada", si invita a vigilare affinché le suddette autovetture vengano utilizzate per le finalità previste dall'articolo 63 del dl 73/2021" che, ricordiamo citando direttamente il decreto, il quale parla di "iniziative dei comuni, da attuare nel periodo 1 giugno-31 dicembre 2021, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, di potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività dei minori."

Ciò detto l'Assessorato archivia l'esposto di Codacons, dicendoci due cose: la prima è che i mezzi sarebbero stati consegnati e affidati ai Volontari di Strada e che è necessario garantire che l'uso sia connesso unicamente allo scopo dell'acquisto.

Questo porta a due riflessioni. La prima è che proprio per il fatto che i mezzi siano stati usati una sola volta, per poche ore, per una manifestazione di tipo sociale (svoltasi il 31 dicembre) che il finanziamento è stato revocato; la seconda è che il Comune, con uno specifico regolamento dei mesi scorsi ha aperto anche ad un uso istituzionale dei mezzi.

Resta l'inconciliabilità delle conclusioni raggiunte dalle diverse istituzioni in campo, e la "confusione" dello stesso Ministero che si è lanciato in sfortunati "consigli" al Comune.

Intanto, salvo ricorsi, Palazzo dei Giganti dovrà restituire le somme. Cosa accadrà?

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