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Cronaca

"Cinque euro l'ora e costretti a restituire indennità di malattia, Tfr e tredicesima": ecco i retroscena dell'inchiesta che ha portato all'arresto di La Gaipa

I poliziotti della Squadra Mobile hanno proceduto al sequestro di 4 notebook e di 4 blocchi contenenti documentazione contabile relativa alle buste paga dei lavoratori

I patti sarebbero stati chiari. I dipendenti - almeno quelli che hanno denunciato - sarebbero stati retribuiti 5 euro l'ora. Tutto il resto - indennità di malattia, Tfr, tredicesima e quattordicesima, che regolarmente figuravano in busta paga, - veniva restituito. Emerge questo dalle pagine dell'ordinanza cautelare, firmata dal Gip Stefano Zammuto, ed eseguita all'alba dai poliziotti della Squadra Mobile a carico di Fabrizio La Gaipa, 42 anni, che è stato posto agli arresti domiciliari, e del fratello Salvatore, 46 anni, per il quale il Gip ha firmato il divieto di dimora ad Agrigento.

Estorsione ai dipendenti, La Gaipa ai domiciliari

"Alla fine di ogni mese, i fratelli La Gaipa - ha raccontato, secondo quanto emerge dalle pagine dell'ordinanza cautelare, uno degli ex dipendenti - dopo aver calcolato l'ammontare complessivo della somma: ore prestate per 5 euro ad ora, calcolavano l'ammontare effettivo della mia remunerazione. Di fatto, succedeva che nei mesi estivi, da maggio a settembre, io andavo a credito sempre. Quindi oltre alla somma indicata in busta paga io ricevevo, in contanti, la differenza calcolata con le modalità indicate. Nei mesi invernali purtroppo, essendoci meno lavoro, le ore che io segnavo sul foglietto di carta, erano minori. Quindi succedeva - prosegue la ricostruzione dell'ex dipendente - che i fratelli La Gaipa dopo aver calcolato l'esatto ammontare della somma a me spettante, la portavano in detrazione all'ammontare della mia busta paga. Riuscivo a realizzare, in questi ultimi mesi, la somma di circa 500 euro al massimo. Ero costretto, dopo aver incassato l'assegno del mio stipendio, a ritornare indietro e in contanti, la differenza nelle mani di Fabrizio La Gaipa". 

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Secondo le testimonianze raccolte dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, che è coordinata dal dirigente Giovanni Minardi, - l'inchiesta è stata coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Carlo Cinque - "esisteva sia un registro cartaceo dove i dipendenti annotavano l'ora di ingresso e quella di uscita, sia un sotware. In questo programma venivano caricati i dati - prosegue il racconto di un ex dipendente dell'albergo - delle nostre prestazioni lavorative e inoltre veniva contabilizzata la somma che il datore di lavoro effettivamente ci elargiva a prescindere dal contratto di lavoro e dalla somma indicata nella busta paga. Il software girava all'interno di due pc - emerge sempre dalle dichiarazioni di un ex dipendente finite nelle pagine dell'ordinanza cautelare". 

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Stamani, dunque, i poliziotti della Squadra Mobile hanno proceduto al sequestro di 4 notebook e di 4 blocchi contenenti documentazione contabile relativa alle buste paga dei dipendenti. 

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