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Salme di migranti in deposito da anni, ricercatrice svizzera in città: "E' come se fossero morti due volte"

Lo studio è curato da Daniela Stauffacher del dipartimento di Sociologia della Religione dell'università di Friburgo, che sta tracciando le sorti di chi annega nel viaggio verso l'Europa

Qual è il destino delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo dopo il loro arrivo nei cimiteri siciliani? Questo è l'interrogativo che si è posta Daniela Stauffacher, ricercatrice del dipartimento di Sociologia della Religione dell'università di Friburgo che dal 2017 studia questo aspetto del fenomeno migratorio.

Dopo aver analizzato la condizione dei migranti accolti nei cimiteri del ragusano e del siracusano la studiosa svizzera si sta occupando delle vicende connesse al cimitero Piano Gatta di Agrigento dove l'assenza di loculi causa notevoli disagi anche per i familiari dei defunti agrigentini. La ricercatrice è stata colpita dalla paradossale vicenda delle bare di sette migranti morti nel tragico naufragio di Lampedusa del 23 novembre 2019 che sono depositate nella camera mortuaria.

Sette bare anonime in deposito dal 2019: sono i corpi dei migranti morti in mare a Lampedusa

“Queste persone – dice dai microfoni di AgrigentoNotizie - muoiono due volte, prima annegano in mare e poi nei cimiteri siciliani dove si perdono le tracce di chi arriva senza vita in Europa. Si potrebbe pensare che questo accade per colpa dell'Italia ma in realtà – conclude Daniela Stauffacher - dovrebbe essere un problema europeo”.

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