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Cronaca

Chiusura corso di laurea al Cua, sindacati: "Si arrivi ad una svolta"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Siamo veramente stanchi e preoccupati per il tono e gli accadimenti di queste settimane rispetto all’obiettivo che, solo in teoria, dovrebbe essere comune, ovvero quello di  cercare di salvaguardare l’esistenza del  CUPA.

Noi siamo fermi alla nomina del Prof. BUSETTA ed alle sue “dichiarazioni programmatiche” che abbiamo condiviso e sostenuto.

Ma, da allora, leggiamo sconsolati gli articoli di stampa che massacrano ogni prospettiva di futuro e leggiamo sgomenti delle decisioni della Università di Palermo sul corso di laurea in beni culturali.

Per cui, a pochi giorni dalla chiusura dell’offerta formativa delle singole università (30 aprile) il nostro CUPA si presenta in questo “mercato” offrendo che cosa?

Al netto di tutte le buone intenzioni ed i tentativi posti in essere, ci ritroviamo con i 21 studenti del corso di mediazione linguistica e culturale e con quelli che stanno concludendo gli anni precedenti e sono, quindi, ad esaurimento.

Allora se qualcuno ha deciso che questa esperienza del CUPA deve finire, lo si dica definitivamente e si metta mano a come salvaguardare il personale!

Noi abbiamo detto sin dal nascere dei problemi che, per Noi, il CUPA è una risorsa che può essere una delle chiavi di volta del rilancio della provincia.

Ma a Noi non interessa solo salvaguardare l’occupazione in essere, ma serve a garantire, a costi accettabili per le famiglie, quel “diritto allo studio” che altrimenti sarebbe negato a quelle famiglie che non possono permettersi di mandare i figli fuori a studiare.

Ma ciò detto, non è possibile assistere ogni giorno a questo “balletto” mortificante per le intelligenze di tutti.

Per cui, una volta per tutte, occorre a nostro avviso:

Definire una volta per tutte il rapporto con UNIPA e la convenzione che ci lega. Non ci sono altre vie : o UNIPA decide che Agrigento è importante e decide di investirVi oppure rendiamoci liberi a stipulare analoga convenzione con qualsiasi Università Italiana (prima di andare in Romania vanno esplorati i rapporti con le mete preferite dagli studenti agrigentini che si riversano in ogni dove!).

 Abbiamo già avuto modo di dire e ci piace ripetere:

Vogliamo farlo qualche conto?

A quanto ammontano le “tasse universitarie”?

Ed il contributo Ministeriale che arriva all’UNIPA ?

E se a questo sommiamo l’intervento della Ex Provincia e della Regione (almeno fino al 2011)?  A quanto arriviamo?

Dal 2012 al 2016 sono quasi 50 milioni di euro!

Vogliamo vedere se, a questo prezzo, riusciamo a trovare altre Università Italiane interessate a stabilire un rapporto con Noi?

Definire i rapporti economici e normativi con la Regione Siciliana. La Galla ed Armao (che ben conoscono la nostra situazione) ci dicano cosa voglio fare del “decreto Baccei” e delle risorse che ancora sono rimaste per strada e che hanno in testa per garantire un futuro a questi 7 Consorzi;

Ridefinire una “governance” che includa i Liberi Consorzi e chiudere le partite aperte con l’Ente

CGIL CISL UIL AGRIGENTO si erano dichiarate favorevoli ad una “riappropriazione” da parte del territorio di questa struttura ed abbiamo dichiarato apprezzamento per quanto si è cercato di fare prima con la nomina di Armao e poi con quella di Busetta, ma debbono constatare che così non si va avanti.

Alla luce della circolare 14/2017 in presenza di Bilanci Consuntivi non approvati, la Regione provveda a nominare un Commissario, resettiamo tutto e comprendiamo tutti cosa dobbiamo fare.

A breve non si potranno pagare gli stipendi e Noi non vogliamo renderci complici di questo andazzo di cose che denunciamo INASCOLTATI da anni!

AGRIGENTO è devastata dalla crisi: meno lavoro, più povertà, meno istruzione e sempre più giovani che abbandonano la città e che ci tolgono la possibilità di riscatto e di futuro, non possiamo permetterci di perdere pure questa opportunità chiamata CUPA.

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