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Cronaca Centro città

Arte moderna in centro storico, quale futuro per il museo "Minissi"?

Abbandonato dopo la frana, si discusse della possibilità di abbatterlo per salvare la collina di San Gerlando: venne "graziato" per intervento popolare, ma mai recuperato

Dalla proposta (contestata) di abbattimento, ad un progetto di recupero e rifunzionalizzazione? Il destino dell'ex museo "Minissi", in piazza don Minzoni sembra virare con decisione verso ben altre possibilità.

L'opera completata nel 1963 e realizzata dal grande "archistar" Franco Minissi, rimase aperta per tre anni: nel 1966 la frana che sconvolse la zona a monte della città portà anche alla chiusura di quello che fino a quel momento era stato il museo diocesano.

Tutti i beni sono stati quindi spostati in altri locali e per decenni di quello che - dall'esterno - è poco più di un gigantesco cubo di calcestruzzo, non si è più parlato anche se, nel tempo, la struttura fu messa in sicurezza e tornò di fatto utilizzabile.

Del "Minissi" si tornò a parlare nel 2016, quando l'Arcidiocesi lanciò la proposta di una demolizione del bene, con un chiaro obiettivo: la "mitigazione della pressione di carico sul Colle San Gerlando". Eravamo negli anni "ruggenti" dell'emergenza centro storico, con la Cattedrale e la collina su cui sorge minacciate da un ampio fronte di frana che solo adesso i lavori effettuati sia sulla rupe che sull'edificio di culto sono di fatto riusciti a scongiurare.

Per salvare il museo intervennero cittadini e petizioni, anche alcuni esponenti delle istituzioni si schierarono con il fronte del "no alla demolizione", ottenendo il risultato che l'ipotesi di eliminazione fosse accantonata nonostante la Protezione civile regionale si fosse resa disponibile a finanziare i lavori, senza che però nessuno avesse da proporre qualcosa per il suo recupero o riutilizzo. 

E adesso, con la frana del colle ormai stoppata in modo forse definitivo, la presenza del museo è meno "preoccupante" rispetto al passato e si può guardare ad un futuro diverso. Quale?

Ad oggi esiste un progetto realizzato dall'Arcidiocesi per la rifunzionalizzazione del bene, affinché possa essere destinato a sede di attività connesse all'arte moderna. Per farlo, tuttavia, bisognerà rimodulare la struttura e adeguarla alle nuove normative. Servirà tempo, serviranno fondi, servirà volontà. Intanto il "Minissi" resterà un brutto e semisconosciuto cubo di cemento armato ai piedi della candida scalinata della cattedrale.

Così, alla fine, l'interrogativo che in molti si pongono è se l'abbattimento non fosse, alla fine, il minore dei mali.

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