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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso

Nuovo Cda di Aica, spunta la prima grana: il presidente è incompatibile con lo statuto

Secondo quanto stabilito non può ricoprire il ruolo chiunque abbia parenti tra i consiglieri comunali: i sindaci hanno ignorato il problema

La cosa non sembra interessare o preoccupare, anche se è nota a tutti. Diciamo che larga parte dei sindaci interpellati ha preferito il no comment, o semplicemente ha reagito in modo non pubblico, seguendo una linea tracciata questa mattina e che vuole che di questi fatti si debbano poi occupare gli uffici.

La storia è questa: l'oggi nuovo presidente del Cda di Aica, Settimio Cantone - fratello di Carmelo, anche lui con una lunga esperienza politica alle spalle e oggi consigliere comunale di Forza Italia -, risulta essere potenzialmente incompatibile con le regole della società che andrà a guidare.

A dirlo non è la stampa, ma lo stesso statuto, che all'articolo 17,comma c, precisa che "chi ricopra la carica di consigliere comunale... né i rispettivi ascendenti, discendenti, parenti ed affini fino al quarto grado" sono compatibili con il ruolo di componente del Cda. Punto.

Da qui in poi c'è spazio per il resto della complessa vicenda

Dopo la presentazione della candidature, nei mesi scorsi, i componenti hanno indicato, su richiesta degli uffici, l'eventuale incompatibilità con lo statuto. Pare che in tal senso Cantone abbia fatto rilevare attraverso l'indicazione di specifici pareri tecnici e legali l'illegittimità della causa di incompatibilità presente nello statuto che però non è stato in alcun modo modificato prima del voto di oggi ed è a tutti gli effetti vigente a meno di provvedimenti successivi alle nomine.

Nonostante questo oggi è avvenuta la votazione della terna, frutto di una complessa operazione di mediazione politica tra centrodestra e centrosinistra e che, alla fine, non ha accontentato tutti ma ha ottenuto quantomeno la soddisfazione della maggioranza bastevole a chiudere la lunghissima parentesi apertasi a dicembre con la revoca del Cda in carica. 

Cosa avverrà adesso? Tecnicamente una volta che è stata votata la composizione del consiglio di amministrazione la fase burocratica passerà agli uffici: saranno loro a valutare tra le altre cose appunto le eventuali cause di incompatibilità. A quel punto il diretto interessato (che Agrigentonotizie.it ha tentato di contattare senza successo in quanto, "impegnato in una riunione") dovrà o rimuovere le cause di incompatibilità o dimettersi oppure, scegliere la strada della giustizia amministrativa contro un'eventuale chiusura. Nella categoria della rimozione delle cause di incompatibilità rientrano o le dimissioni dal ruolo di componente del Cda o le dimissioni del fratello dalla carica di consigliere comunale, approfittando del fatto che lo statuto nulla dice rispetto ai parenti di amministratori e/o assessori. 

Che sia arrivata l'ora del tanto annunciato rimpasto nella giunta Micciché?

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