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Cronaca Cattolica Eraclea

Omicidio Miceli, la difesa di Sciortino al riesame: "Non è l'assassino, scarceratelo"

I difensori dell'operaio all'ultimo giorno utile si rivolgono al tribunale della libertà per chiedere l'annullamento dell'arresto

Allo scadere dei dieci giorni la difesa di Gaetano Sciortino, 53 anni, l’operaio di Cattolica Eraclea arrestato il 20 ottobre con l’accusa di avere brutalmente ucciso a colpi di oggetti contundenti il marmista Giuseppe Miceli, ricorre al tribunale del riesame.

Incastrato dall'orma di una scarpa, arrestato operaio 53enne

Gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello hanno voluto esaminare tutta la consistente documentazione prodotta dalla Procura che, dopo quasi due anni di indagine, svolta sul campo dai carabinieri, ha chiesto e ottenuto l’arresto. Adesso ci saranno altri dieci giorni di tempo entro i quali sarà fissata l’udienza e depositata l’ordinanza con cui i giudici del tribunale della libertà dovranno pronunciarsi sulla richiesta di annullamento dell’arresto. Il provvedimento è stato firmato dal gip Stefano Zammuto su richiesta del pm Silvia Baldi. Miceli è stato ucciso nel suo laboratorio a Cattolica il 6 dicembre del 2015. I carabinieri, guidati dalla Procura, lo tenevano d’occhio da tempo.

Omicidio Miceli, Sciortino fa scena muta dal gip

Sciortino è stato pedinato e intercettato perché i sospetti sono caduti subito su di lui. La vittima, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, sarebbe stata a sua volta pedinata dal suo omicida per tre ore e l’auto immortalata dalle telecamere di videosorveglianza sarebbe stata di Sciortino. Poi l’assassino sarebbe entrato in azione con modalità particolarmente crudeli. Miceli è stato colpito al volto e alla testa con diversi oggetti contundenti, fra cui un booster e un piatto di marmo.

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