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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cattolica Eraclea

"Tracce biologiche non esaminate e immagini del pedinamento da migliorare", al via superperizia

La Corte ha assegnato gli incarichi al medico legale e ai carabinieri del Ris per mettere meglio a fuoco alcuni aspetti rimasti oscuri legati all'omicidio del marmista Giuseppe Miceli

Un'indagine tecnica "migliorativa" delle immagini della videosorveglianza che hanno immortalato il presunto pedinamento nei confronti dell'imputato "accertando di chi fosse l'altra auto che si vede". Sarà il primo aspetto su cui si farà chiarezza al processo per l'omicidio del marmista Giuseppe Miceli, massacrato a 67 anni nel suo laboratorio dove è stato trovato morto nella notte fra il 7 e l'8 dicembre del 2015.

La Corte di assise presieduta da Wilma Angela Mazzara, con una lunga ordinanza, nelle scorse settimane ha ordinato numerosi accertamenti per fare luce sulla morte e su altri aspetti connessi.

In mattinata sono stati conferiti gli incarichi al medico legale Giuseppe Ragazzi e a diversi carabinieri del Ris di Messina. Fra i quesiti quello di eseguire una comparazione di alcuni arnesi con le ferite della vittima per capire quale può essere stato usato per uccidere. E poi ancora: "Un esame dettagliato dei reperti biologici trovati nel luogo dell'omicidio, con particolare riferimento alle tracce che non appartengono all'imputato e a quelle trovate sulle unghie della vittima oltre ad una più precisa indagine medico-legale per accertare l'orario dell'omicidio".

Il 21 maggio si torna in aula per ascoltare gli esiti della prima perizia sulle immagini del sistema di videosorveglianza che proverebbero che l'imputato - l'operaio cinquantacinquenne Gaetano Sciortino - il giorno prima del brutale omicidio, consumato con alcuni arnesi da lavoro della vittima, avrebbe pedinato la vittima con l'auto.

A sollecitare una nuova perizia, "per fare luce sui tanti aspetti rimasti oscuri nell'indagine", erano stati proprio gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello.

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