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Martedì, 23 Aprile 2024
Lo scandalo

Caso Suv, Micciché: "Presunto errore agevolato da un dirigente del Ministero"

Dopo mesi di attesa la spinosa vicenda è stata trattata in Consiglio comunale, votata una mozione dalle opposizioni.

Se un errore c'è stato nella gestione dei fondi del Ministero della Famiglia usati dal Comune di Agrigento per l'acquisto di Suv e pc portatili, questo è stato "invogliato, agevolato, da un dirigente dell'Ipofam che anche se non l'ha autorizzato ha scritto che potevamo andare avanti".

E' netta la posizione del sindaco di Agrigento Francesco Micciché sull'ormai noto "Caso Suv", trattato nei giorni scorsi in Consiglio comunale quando è stata trattata, dopo mesi, nel corso della discussione di una mozione proposta dei consiglieri di opposizione (primo firmatario Nello Hamel) che adesso impegna, un po' poeticamente l'Amministrazione comunale a "formulare una soluzione concreta che risolva in trasparenza tutta la vicenda senza danno per le casse comunali". La richiesta originaria, si legge nella proposta di delibera, era in realtà più complessa: "recuperare le somme spese anche con la vendita dei suv anche al fine di evitare i costi di assicurazione e tassa di circolazione", ma tutto è stato cassato.

La difesa di Micciché dell'operato del Comune è chiara: l'ente ha fatto il possibile per spendere i soldi in modo utile considerando le difficoltà di reperimento della materia prima (i pullmini o i mezzi a nove posti) e stante che il perdurare della pandemia rendeva impossibile realizzare i centri estivi (che però in molti comuni si sono svolti) si è puntato sull'acquisto di "beni durevoli".

Possibilità che, ha sempre sostenuto il Municipio (versione però smentita dal Ministero) che è stata di fatto indicata da un funzionario del dipartimento alla Famiglia. "E' vero nell'email che era stata di risposta alla richiesta degli uffici - dice ancora Miccichè - se si potevano spendere questi soldi per beni durevoli, anche se in calce c'era scritto che questa risposta non era un'autorizzazione, a detta dei legali un dirigente non poteva scrivere che era possibile comprare beni durevoli e poi aggiungere che non era un'autorizzazione. Ecco perché - continua Micciché - quasi invogliati, gli uffici iniziarono questa interlocuzione telefonica, non ci sono prove, di acquisto di beni durevoli".

Il sindaco respinge inoltre l'ipotesi "circolata molto sui social" che il Comune avesse intenzione di arrivare a questo obiettivo già a giugno quando ebbe accesso a questi fondi e che, soprattutto, siano stati sottratti soldi ai poveri.

"Se dovessimo perdere questa battaglia (il ricorso in tribunale, ndr) è vero che i due dipendenti dovranno sborsare i soldi - dice Micciché -, ma è anche vero che i quattro Suv rimangono di proprietà del Comune che ha un parco macchine che fa pena".

Le auto, comunque, sono ferme "perché sono state comprate per questo scopo, sono state fatte delle linee guida e quindi dovranno stare ancora ferme fino a quando questa vicenda non sarà finita. Io dico purtroppo che sono stato assente a questa vicenda (sic!), ma ci sono atti dirigenziali che penso un sindaco non debba seguire".

Durissimi gli interventi non solo di Hamel, che ha ripercorso tutti i passaggi di questa vicenda (pur escludendo il dolo) ma anche dell'ex sindaco Lillo Firetto: "Franco - dice rivolto al sindaco - nel tuo intervento tradisci anche le intenzioni dell'interlocuzione che probabilmente hai avuto con i dirigenti quando dici 'Sono delle macchine che comunque servivano al parco auto della città'". E poi aggiunge "E' stata detta una bugia alla città quando si afferma che 'Il Ministero ci ha detto che si poteva fare'. No, non è scritto questo: sono acquistabili beni strumentali se l'attività è cento non puoi acquistare beni per l'80% dell'importo. Non puoi continuare a ripeterlo in Consiglio davanti ai consiglieri. E' un errore di una gravità assoluta e non si puà difendere in nessun giudizio".

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