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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Casarini per sei ore davanti al pm: "Rifarei quello che ho fatto e non scappo"

Il capo missione di "Mare Jonio" della Ong è stato interrogato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella che gli contesta il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di adempiere all'ordine di arrestare l'imbarcazione

"Salvare vite umane è un dovere, non c'erano altre scelte". Ha confermato che rifarebbe quello che ha fatto Luca Casarini, capo missione della 'Mare Jonio' di Ong Mediterranea, davanti al procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, in qualità di indagato nell'ambito dell'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e mancato rispetto dell'ordine delle autorità di arrestare l'imbarcazione che lo scorso 19 marzo è approdata a Lampedusa dopo avere salvato 49 migranti in acque libiche. Casarini, che in un primo momento era stato sentito come testimone, prima entrare in procura, rispondendo ai cronisti, senza nominarlo ma in maniera esplicita, ha polemizzato col ministro dell'interno Matteo Salvini: "Io rispondo ai pm - ha detto l'ex leader dei no global -, sono altri che si nascondono e scappano dai processi".

Casarini attacca Salvini: "Rispondere al pm? Certo, sono altri che scappano dai processi"

"Non potevamo fermare l'imbarcazione, come ci è stato intimato, perché saremmo morti tutti per le condizioni del mare. Ci siamo diretti verso Lampedusa - ha ribadito Casarini al magistrato che lo ha interrogato per oltre sei ore - per una scelta precisa. In Libia i migranti rischiavano di morire e dovevamo portarli in un posto sicuro”. Luca Casarini, a supporto delle sue tesi, ha consegnato anche dei documenti di cui i pm non erano ancora in possesso. Vella, insieme al procuratore Luigi Patronaggio e al pm Cecilia Baravelli con cui coordina l'inchiesta, nei prossimi giorni deciderà i successivi passi dell'indagine aperta lo scorso 19 marzo, poco prima che la Mare Jonio approdasse a Lampedusa.

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