rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Caso La Gaipa, una delle vittime non accetta il risarcimento: "E' solo un acconto"

L'avvocato Emanuele Dalli Cardillo, difensore del cuoco Ivan Italia: "Il mio cliente ha subito un danno di quattro volte superiore"

“Il mio cliente ha accettato il risarcimento di 5.561 euro propostogli solo a titolo di acconto perché riteniamo che l’ammontare della somma che gli è stata sottratta dallo stipendio sia di 9.600 euro”.

L’avvocato Emanuele Dalli Cardillo, difensore del cuoco Ivan Italia, l’ex dipendente che ha accusato e fatto finire agli arresti domiciliari l’imprenditore Fabrizio La Gaipa, interviene dopo che l’ufficiale giudiziario ha notificato la proposta di risarcimento da parte del titolare dell’albergo Costazzurra che gli avrebbe estorto, con il sistema del “cavallo di ritorno”, una parte consistente dello stipendio. Italia, peraltro, consegnò anche il nastro di una registrazione, effettuata di nascosto col telefonino, in cui si sentono La Gaipa e il dipendente discutere di cifre, modalità e tempi della restituzione di buona parte dello stipendio.

“Il mio cliente – aggiunge Dalli Cardillo – ha fatto mettere a verbale che accetta, ma solo a titolo di acconto, perché 5.561 euro non coprono neppure la cifra che gli è stata sottratta col sistema del cavallo di ritorno. Bisogna calcolare la differenza di retribuzione fra mansioni reali e formali, visto che era assunto come cameriere ma faceva il cuoco, la tredicesima e, naturalmente, il danno morale. A nostro giudizio il risarcimento non può essere inferiore ai 26 mila euro”.

Insieme a  Fabrizio La Gaipa, 42 anni, titolare dell’albergo Costazzurra e primo dei non eletti all’Ars col Movimento di Grillo, è indagato anche il fratello Salvatore, di quattro anni più grande. Il gip Stefano Zammuto, lo scorso 14 novembre, gli aveva applicato solo il divieto di dimora ad Agrigento ritenendo che il suo livello di coinvolgimento nell’inchiesta fosse minore in quanto si sarebbe occupato solo marginalmente della gestione del personale.

La vicenda è a un passo dall’epilogo. Il giudice, lo scorso 23 dicembre, li ha rimessi in libertà perché i difensori hanno chiesto e ottenuto dalla Procura – l’inchiesta è coordinata dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio – il consenso al patteggiamento della pena. Per Fabrizio l’accordo processuale prevede la condanna a due anni di reclusione, un anno e otto mesi per il fratello. Per entrambi, trattandosi di una pena che non supera il tetto dei due anni, è prevista la sospensione condizionale. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso La Gaipa, una delle vittime non accetta il risarcimento: "E' solo un acconto"

AgrigentoNotizie è in caricamento