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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Gli scafisti della Diciotti riconosciuti dai migranti", in aula funzionario Mobile

Il numero due del reparto Giovanni Franco ha spiegato: "Furono i superstiti a indicarli"

"Gli scafisti sono stati riconosciuti dai migranti, una volta arrivati a terra". Entra nel vivo, con la deposizione del vice dirigente della squadra mobile Giovanni Franco, davanti alla Corte di assise presieduta da Wilma Angela Mazzara, con a latere Giuseppe Miceli, il processo a carico dei quattro presunti scafisti che la sera del 16 agosto del 2018 condussero un gommone a largo di Lampedusa con a bordo oltre 177 migranti, soccorsi poi dalla nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti” che diede vita al primo degli innumerevoli bracci di ferro fra governo e magistratura sul fronte immigrazione.

La vicenda, infatti, è la stessa da cui è scaturita l’inchiesta del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona aggravato, per aver impedito lo sbarco della nave Diciotti. Il leader della Lega si "salvò" per la mancata autorizzazione a procedere del Senato.

Al tribunale di Agrigento, invece, sono quattro gli imputati, ai quali si contestano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di uomini e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la violenza sessuale e il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sono gli egiziani Ahmed Shalaby Farid, di 23 anni; Ashraf Abnibrahim, di 39; Al Jezar Mahammed Ezet, di 24 anni; originario del Bangladesh, infine, Shahalom Mohammod, di 26 anni. 

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