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Cronaca Montevago

Chiusura della Calcestruzzi Belice? "Ennesima sconfitta dello Stato"

A presentare una interpellanza parlamentare, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ed al ministro dell'Interno Marco Minniti, sono stati Angelo Capodicasa e Maria Iacono del Pd  

"L'eventuale chiusura definitiva dell'attività della Calcestruzzi Belice oltre a comportare un serio danno all'economia della zona, sancirebbe l'ennesimo episodio di sconfitta dello Stato nella gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata con ripercussioni notevoli anche sul fronte della lotta alla mafia che non può tradursi in danno alle popolazioni ed ai lavoratori indirettamente interessati". Lo scrivono, in una interpellanza parlamentare, Angelo Capodicasa e Maria Iacono del Pd.  

La "Calcestruzzi Belice" di Montevago è stata dichiarata - con sentenza, dello scorso mese di ottobre, del tribunale di Sciacca - fallita. Fallita per un debito di 30 mila euro nei confronti dell'Eni.

Il cardinale Montenegro e don Luigi Ciotti di "Libera" si sono, già, detti disponibili a ripianare il debito all'Eni. Una disponibilità che però potrebbe anche non servire visto che c'è un preciso iter: quello fallimentare, da seguire. 

"La disponibilità del cardinale Montenegro, vescovo di Agrigento, di intervenire con le già sparute risorse della Curia insieme a don Ciotti, per conto dell'associazione 'Libera', per ripianare, come atto di solidarietà, il debito di trentamila euro con l'Eni, se da una parte dimostra ed esalta la sensibilità sociale della chiesa agrigentina e di 'Libera', dall’altra suona come monito e critica severa alle istituzioni dello Stato per l'incapacità a risolvere un problema, che pur nella modestia delle cifre, ha risvolti sociali pesanti per la piccola comunità di Montevago e refluenze importanti per l'immagine dell'azione di contrasto alla mafia condotta dallo Stato. Il Governo deve affrontare direttamente il problema e  prendere iniziative immediate per scongiurare la chiusura della Calcestruzzi e salvare così posti di lavoro e risorse economiche per l'area della Valle del Belice e garantire la credibilità della lotta alla mafia come lotta, al contempo, di legalità e di sviluppo".

Il "caso", adesso, arriva anche sulla scrivania del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del ministro dell’Interno Marco Minniti. 

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