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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Canicattì

La casa del giudice Livatino rimarrà vincolata: il Cga respinge ricorso

Secondo i giudici il bene e gli oggetti in esso contenuti hanno un grande valore storico e "in assenza di eredi diretti è compito dello Stato tutelarli"

La casa della famiglia del giudice Rosario Livatino di viale Regina Margherita a Canicattì rimarrà tutelata in quanto bene di interesse storico. Il Consiglio di giustizia amministrativa ha infatti respinto il ricorso presentato dalla signora G.P., proprietaria di una piccola parte dell'immobile, la quale contesta attraverso il proprio legale la decisione dell'Assessorato di vincolare la struttura risalente al 2015 in quanto lo stesso "non avrebbe tenuto in considerazione le osservazioni ritualmente trasmesse dalla ricorrente" e soprattutto in considerazione del fatto che l'immobile "non presenterebbe alcuno dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per la dichiarazione di interesse storico, artistico, architettonico ed etnoantropologico particolarmente importante, sia sotto il profilo del valore culturale, sia con riferimento all’assenza di pregio dei beni mobili presenti all’interno dell’immobile".

Un ricorso che era stato già respinto dal Tar e che oggi trova una nuova opposizione da parte del Cga, che non ha riconosciuto l'esistenza di requisiti di illogicità o irrazionalità (ammettendo comunque che è un atto con una certa percentuale di discrezionalità) e ha ribadito il lavoro del tribunale amministrativo ma soprattutto la decisione presa dall'Assessorato regionale ai Beni culturali che era fondata a sua volta su una relazione tecnica della Soprintendenza.

La casa del giudice Livatino: si lavora per la creazione di un museo della Legalità

Questa, infatti, asserisce che "la dimora del giudice Livatino, con i suoi ricordi, scritti autografi, foto ed effetti personali, preservata nel tempo nella sua immobile integrità dai genitori, custodi e artefici degli insegnamenti che costituiscono i capisaldi della figura umana ed istituzionale dell'uomo Livatino, rappresentano oggi la memoria storica su cui incentrare una azione di sensibilizzazione e divulgazione di valori fondanti come il perseguimento della legalità, la ricerca della giustizia, il compimento del proprio dovere, tutti valori che concorrono alla costruzione di una società migliore. Costituisce già un avamposto della lotta per la legalità essendo punto di incontro di molti giovani".

La Ford Fiesta dentro cui morì il giudice dichiarato bene di interesse culturale

Ma non solo, secondo il Cga, i manoscritti del giudice, anche in seguito al processo di beatificazione, hanno i "requisiti richiesti dal comma 4 dell’articolo 10 del Codice: lo scritto autografo di un martire della giustizia e di un beato è certamente raro e di pregio" così come maggiore sarebbe il valore dell'immobile e delle cose in esso conservate.

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I giudici, inoltre, confermano la bontà dell'operato della Regione, stante che "a fronte dell’assenza di familiari diretti che possano mantenerne viva la memoria, è dovere dello Stato, di cui Livatino è stato un 'servitore eccezionale', riconoscere lo straordinario valore culturale della casa del Giudice ed il suo forte valore simbolico a ricordo di chi ha pagato con la vita la 'normale' rettitudine che non si piega alle minacce o alle lusinghe della mafia".

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