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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Bravi ragazzi", quei 36 chili di marijuana destinati ad Agrigento

Il carico avrebbe viaggiato all'interno di alcuni mobili vecchi caricati su un furgone. Era stato l'agrigentino Alessandro Puntorno a chiamare un certo "Peppuccio" chiedendogli dei mobili "da buttare, perché devo caricare un camion"

Oltre a sgominare un traffico internazionale di stupefacenti, l'indagine "Bravi ragazzi" è servita anche a far parzialmente luce sul giro di droga ad Agrigento. Sono diversi gli episodi scoperti dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Agrigento, come quello del carico di 36 chili di marijuana partito da Torino il 4 settembre del 2011 e arrivato ad Agrigento il giorno dopo. Un quantitativo di stupefacente il cui valore - secondo gli inquirenti - si aggirava ai 12mila euro.

Il trasporto da Torino sino ad Agrigento sarebbe stato eseguito da Giuseppe Cacciatore, come confermato poi nel corso di una discussione avvenuta a fine agosto tra i fratelli Puntorno, intercettata dai carabinieri: "Stamattina è venuto il fratello del signor Enzo (Vincenzo Cacciatore, ndr) mi ha detto che dopo domani partono.." dicevano. Il carico avrebbe viaggiato all'interno di alcuni mobili vecchi caricati su un furgone. Era stato l'agrigentino Alessandro Puntorno a chiamare un certo "Peppuccio" chiedendogli dei mobili "da buttare, perché devo caricare un camion".

E poi ancora, in una conversazione del 6 settembre del 2011 tra i fratelli Puntorno, i carabinieri hanno avuto la conferma del trasporto e dell’interessamento dei due: Andrea come mittente e Alessandro come uno dei destinatari, nonché del guadagno, della qualifica dell’affare come vendita ("o a me o a te i soldi li devono dare, Andrè"). Dagli accertamenti svolti dai carabinieri, è emerso poi effettivamente il transito di un camion contenente "masserizie" guidato da Giuseppe Cacciatore, sul traghetto Genova-Palermo del 4 settembre del 2011. Per gli inquirenti, a quel punto, sarebbe stato chiaro che i destinatari fossero proprio i fratelli Cacciatore di Agrigento: per via sul trasporto effettuato da Giuseppe Cacciatore, ma anche per via dei nomi dei soggetti interessati (Enzo, Peppe, Giuseppe, Mario), espressamente indicati come "fratelli".

Dopo quasi due mesi, il 24 ottobre del 2011, arriva una ulteriore conferma di quel carico: sarebbe stata Patrizia Fiorillo, compagna di Andrea Puntorno, a riscuotere ad Agrigento il denaro di quel carico. In una conversazione della coppia in auto, infatti, i due hanno fatto "i conti" in vista di una visita della donna ad Agrigento: "36 a 1.200, loro mi hanno dato 25 mila euro…10 e 15, 18 mila e 200..", prevedendo poi espressamente l'intervento di un altro agrigentino, oggi indagato a piede libero: "Ah Mario…devi chiamare Mario – dicevano ancora nella discussione a bordo dell'auto - … Lelè gli dici.., vedi che c’è la moglie di Andrea…se vuoi salire un attimo…,ti deve dare 18 mila e 2000..mi aveva dato 10 mila e 15". E prima di partire, alcune raccomandazioni di Puntorno alla compagna: "Pa, i soldi fatti dare eh. Quando torni tu li metti nella borsa, con una busta"; "Quella che mi porto sull'aereo con il pannolino del bambino" risponde la donna; "Li metti li tranquilli…incartati in una bista ..dici sono soldi che sono scesa.., ho venduto una macchina di mio cognato gli sto pagando i debiti che cazzo volete" ha detto Puntorno.

Questo soltanto uno degli episodi scoperti dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Agrigento (diretta dal capitano Giuseppe Asti), che hanno iniziato l'indagine nel 2011 sotto il comando dell'allora tenente Cosimo Vizzino, per poi giungere nelle mani del tenente Rosario Iozza e arrivare alle misure cautelari con il tenente Nicolò Morandi. 

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