Costretto a pagare l’affitto per 8 anni perché l’Arma non gli aveva assegnato un alloggio: il CGA dà ragione a comandante dei carabinieri

L’Arma dei carabinieri soccombe anche in appello nel ricorso proposto dal comandante dell’Arma dei Carabinieri della stazione di Canicattì. Il CGA, infatti ha riconosciuto il dovere dell’Arma a garantire al ricorrente la pronta disponibilità dell’alloggio di servizio condannandola a risarcire al militare il danno da lui subito in ragione del ritardo nell’assegnazione dell’alloggio fuori caserma, ottenuto solamente 8 anni dopo dalla richiesta. Nel frattempo il comandante era stato costretto ad affittare un appartamento.

A seguito della precedente sentenza dello scorso febbraio del Tar, l’Arma dei carabinieri aveva infatti proposto appello con il patrocinio legale dall'avvocatura distrettuale dello stato di Palermo dinnanzi al Consiglio di giustizia amministrativa chiedendone la riforma e la sospensione degli effetti.

Nel giudizio di appello il militare è stato assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza che hanno sostenuto l’insussistenza di alcun pregiudizio per l’Arma dalla mancata sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza di primo grado.

Il Consiglio di giustizia amministrativa, con ordinanza del 5 maggio 2022, condividendo le tesi difensive di Rubino e Piazza, ha ritenuto insussistenti i presupposti necessari per sospendere l’esecutività della sentenza impugnata.

A questo punto, in esecuzione della sentenza del Tar, l’Arma dei carabinieri dovrà proporre al ricorrente una somma adeguata ai canoni locativi corrisposti dal militare per gli 8 anni durante i quali ha alloggiato, a proprie spese, in altra abitazione. Diversamente, in mancanza di accordo tra le parti, il militare potrà agire in giudizio per ottenere dall’Arma l’esecuzione della sentenza di primo grado.