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Cronaca

Capitale della cultura 2020, il "verdetto" già c'è: Agrigento aspetta il momento della verità

In ballo ci sono tanti i soldi: oltre al milione di euro previsto dal bando del ministero, la Regione si è già impegnata a sborsare un milione e mezzo di euro e poi c’è la deroga al patto di stabilità

La sala Spadolini, al ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, è ancora vuota. Fra una manciata di minuti, inizieranno a prendere posto - primi fra tutti - i sindaci di  Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Poco dopo le 11 sarà il momento della verità: il ministro Dario Franceschini ufficializzerà quale città sarà, nel 2020, la “Capitale italiana della cultura”.

La giuria di selezione, presieduta da Stefano Baia Curioni, ha terminato il suo lavoro. Il "verdetto" già c'è. Si attende solo che venga reso noto. Agrigento, e questo è un dato di fatto, si sta giocando un’occasione unica. In ballo non c’è solo il fregio, importantissimo, di “Capitale italiana della cultura”. Ma ci sono i soldi, tanti soldi. Oltre al milione di euro previsto dal bando del ministero, la Regione si sarebbe già impegnata a sborsare un milione e mezzo di euro e poi c’è la deroga al patto di stabilità. Fondi e deroga al patto di stabilità potrebbero segnare, visto che le casse del Comune sono perennemente al verde, l’anno della rinascita. Anno che coinciderà con i 2.600 anni dalla fondazione di Agrigento.

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