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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Canicattì

Usura ed estorsioni, chieste 3 condanne e 7 assoluzioni al processo "Cappio"

La pena più alta - 18 anni di carcere - è stata proposta per il settantunenne Antonio Maira; 12 anni ciascuno per il fratello Giuseppe e il commerciante Giuseppe Lo Brutto

Tre condanne - a pene comprese fra 12 e 18 anni di reclusione - e sette assoluzioni. Sono le richieste del pubblico ministero Gloria Andreoli al processo scaturito dalla maxi operazione “Cappio” che avrebbe fatto luce su un giro di usura ed estorsioni.

Dieci gli imputati. Si tratta di: Giuseppe Lo Brutto, 59 anni; Angelo Gloria, 59 anni; Antonio Maira, 71 anni; Giuseppe Zucchetto, 47 anni; Calogero Liuzzi, 41 anni; Ivan Sciabbarrasi, 45 anni; Giuseppe Maira, 66 anni; Antonio Gianluca Canicattì, 37 anni; tutti di Canicattì, Angelo Valletta, 67 anni, di Enna e Giuseppe Liuzzi, 39 anni, di San Cataldo.

L'indagine dei carabinieri, coordinati all’epoca dal pm Luca Sciarretta, avrebbe permesso di accertare che il giro di usura toccava tassi d'interesse fino a raggiungere il 750 per cento. A finire nella morsa degli strozzini sarebbero stati tre imprenditori di Canicattì, ma tra le vittime ci sono anche artigiani dell'Agrigentino, i quali avrebbero raccontato che per i prestiti di poche migliaia di euro, sarebbero stati costretti a pagare tassi di interesse oscillanti tra il 10 e il 90 per cento. I reati ipotizzati sono l’associazione a delinquere, l’usura aggravata, la minaccia e l’estorsione. I fatti risalgono a partire dal 2008. 

Accuse che, secondo i pubblico ministero Gloria Andreoli, solo in parte hanno trovato un riscontro nel dibattimento. La pena più alta - 18 anni di carcere - è stata proposta per il settantunenne Antonio Maira; 12 anni ciascuno per il fratello Giuseppe e il commerciante Giuseppe Lo Brutto.

I difensori dei dieci imputati (gli avvocati Calogero Lo Giudice, Giovanni Salvaggio, Calogero Montante, Santo Lucia e Calogero Li Calzi) hanno replicato al pm sostenendo che il quadro probatorio fosse del tutto incompleto e lacunoso e chiedendo l'assoluzione di tutti gli imputati, compresi i tre per cui è stata chiesta la condanna. 

I giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, hanno rinviato il processo al 16 dicembre per le eventuali repliche e la sentenza. 

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