La rapina con sparatoria e i furti nelle abitazioni, 43enne resta in carcere
La difesa di Leonardo Capizzi, arrestato anche qualche giorno più tardi per altri due assalti ad altrettanti bar, aveva chiesto i domiciliari con il braccialetto elettronico
Niente arresti domiciliari col braccialetto elettronico al posto della custodia in carcere. La difesa del quarantatreenne Leonardo Capizzi, di Canicattì, finito in cella il 3 novembre con l'accusa di avere messo a segno due furti in appartamento avvenuti - a Serradifalco e a Delia - e una tentata rapina in contrada Gebbia a Serradifalco, conclusasi con l'esplosione di due colpi di pistola per riuscire a "guadagnare" la fuga, aveva proposto una misura minore ma i giudici hanno rigettato l'istanza.
La richiesta di rivedere il provvedimento restrittivo è stata discussa davanti al tribunale del riesame di Caltanissetta dal difensore, l'avvocato Calogero Meli.
Uno degli episodi principali riguarda la tentata rapina avvenuta il 3 ottobre, in contrada Gebbia a Serradifalco. In quell’occasione, prima avrebbe cercato di rubare una Ford Kuga parcheggiata lungo la strada. Una volta sorpreso dal proprietario del mezzo, per guadagnare la fuga, avrebbe esploso due colpi di pistola in direzione dell’autovettura e della vittima, colpendo il portabagagli.
A Capizzi, che ha alle spalle una lunghissima serie di precedenti, sono stati contestati anche due furti in abitazione, nel corso dei quali sono state rubate, tra le altre cose, delle carte prepagate, che sono state poi utilizzate per effettuare vari acquisti in distributori di carburante ed esercizi commerciali.
Durante la fase della perquisizione è stata ritrovata e posta sotto sequestro una pistola “replica”, calibro 7,65, modificata per sparare. Capizzi, peraltro, nei giorni scorsi, è stato destinatario di un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per due rapine, commesse insieme a due minori, ai danni di altrettanti bar.