rotate-mobile
Cronaca Canicattì

"Rapinano imprenditori e li speronano con il camion", padre e figlio nei guai

La Procura fa notificare l'avviso di conclusione delle indagini, le vittime minacciate: "Non ti conviene denunciarci, ricordati chi siamo"

"Ricordati che mi chiamo Putano e se mi denunci passerai guai". In realtà nei guai sono finiti loro e adesso, a distanza di poco meno di un anno e mezzo, Antonino Putano, 74 anni e il figlio Massimo, 45 anni, rischiano di finire a processo con l'accusa di rapina aggravata ai danni di un imprenditore di Canicattì che li aveva sorpresi a rubargli trenta tubi di irrigazione. Il pubblico ministero Paola Vetro ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il difensore, l'avvocato Angela Porcello, avrà adesso venti giorni di tempo per chiedere un nuovo interrogatorio, produrre memorie difensive o sollecitare altri atti di indagine.

L'episodio al centro della vicenda risale al 13 agosto del 2018. Padre e figlio, con un autocarro, sarebbero entrati dentro un allevamento per rubare dei tubi dell'irrigazione, venendo scoperti da uno dei proprietari che si trovava all'interno. Il proprietario dell'attività intimò ai due ladri, secondo la ricostruzione dell'episodio, di fermarsi e lasciare i tubi che erano stati già caricati sull'autocarro. La risposta sarebbe stata molto eloquente: Massimo Putano lo avrebbe minacciato di passare guai se lo avesse denunciato ostentando il suo cognome e, quindi, vantando uno spessore criminale. Subito dopo sarebbero saliti sull'autocarro per fuggire con la refurtiva incontrando la resistenza dei proprietari che avrebbero cercato di bloccarli inseguendoli con la loro auto e venendo, invece, speronati. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Rapinano imprenditori e li speronano con il camion", padre e figlio nei guai

AgrigentoNotizie è in caricamento