"Pugni in faccia al padre dell'amico", la difesa chiede il giudizio abbreviato
Secondo il pubblico ministero Paola Vetro, l'imputato deve essere processato per omicidio preterintenzionale e non per lesioni
Giudizio abbreviato. E' a strategia difensiva degli avvocati Angela Porcello e Diego Guadagnino che, ieri mattina, l'hanno formalizzata all'udienza preliminare nei confronti del ventinovenne Giuseppe Cutaia accusato di omicidio preterintenzionale per avere colpito - sostiene l'accusa - il padre di un amico con cui aveva litigato con alcuni pugni al volto provocandone, nelle ore successive, la morte a causa di problemi cardiaci. Secondo il pubblico ministero Paola Vetro, l'imputato deve essere processato per omicidio preterintenzionale e non per lesioni.
La vittima si chiamava Giuseppe Cacciatore e sarebbe intervenuto in difesa del figlio in occasione di un contrasto con l'imputato. Il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per questa imputazione dopo che l'indagine, in un primo momento, ipotizzava l'accusa di lesioni personali escludendo, quindi, un nesso fra l'aggressione e la morte. La vicenda risale al 26 agosto del 2015 quando il ragazzo, secondo la ricostruzione della vicenda, a margine di un incontro per risolvere un litigio precedente avuto con il figlio dell'uomo, avrebbe colpito con alcuni pugni al volto l'uomo che morì poco dopo.
Il processo è stato rinviato al 4 marzo per la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe della difesa. L'eventuale condanna, in considerazione del giudizio speciale chiesto dai difensori, che hanno rinunciato al dibattimento e all'eventuale acquisizione di nuove prove, sarà ridotta di un terzo.