Calci e pugni all'auto della polizia per evitare l'arresto del marito: entrambi rischiano il processo
La procura fa notificare l'avviso di conclusione delle indagini: l'uomo sarebbe fuggito dalla finestra della camera da letto dopo che la moglie avrebbe bloccato gli agenti
I poliziotti vanno ad arrestare il marito, a cui era stata sospesa la detenzione domiciliare, e li aggredisce insultandoli e colpendo con calci e pugni l'auto del commissariato. In quei secondi il compagno apre la finestra della camera da letto e fugge. Entrambi rischiano adesso di finire a processo per le accuse di resistenza a pubblico ufficiale ed evasione.
Il pubblico ministero Paola Vetro ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a Fabio Rubbino, 25 anni e Antonina Di Girolamo, 23 anni, di Canicattì. L'episodio per il quale la procura ha chiuso l'inchiesta risale allo scorso 30 maggio. Due poliziotti del commissariato si presentarono a casa della coppia per eseguire un provvedimento che sospendeva la detenzione domiciliare a Rubbino, che ha alle spalle numerosi precedenti, e disponeva che espiasse la pena in carcere.
La donna, secondo la ricostruzione dell'episodio, quando vide gli agenti si sarebbe fiondata in strada insultandoli. "Figli di butt.... bastardi... ve la faccio pagare". avrebbe detto Antonina Di Girolamo dopo avere appreso le intenzioni dei poliziotti. La donna sarebbe andata molto oltre colpendo la vettura di servizio con calci e pugni per impedirgli così di prelevare il marito e portarlo in carcere. Nel frattempo Rubbino, sempre secondo quanto sostiene l'accusa, avrebbe approfittato dell'aggressione consumata dalla moglie per aprire la finestra e fuggire.
Il pm contesta entrambi i reati in concorso. Con l'avviso di conclusione delle indagini, i difensori - gli avvocati Roberta Pera e Gianfranco Pilato - avranno venti giorni di tempo per provare a convincere la procura a non chiedere il rinvio a giudizio attraverso la produzione di memorie o atti difensivi o sollecitando un interrogatorio dei propri assistiti o un ulteriore atto di indagine.