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Cronaca Campobello di Licata

Preso con 86 chili di cannabis, giudizio immediato per pastore 37enne

La droga - oltre 2.000 piante occultate fra i canneti - era stata coltivata nel suo terreno, la difesa chiede il rito abbreviato

Giudizio immediato per il trentasettenne Antonio Patti, pastore di Campobello di Licata, arrestato l'8 giugno dalla polizia dopo che, in un terreno nella sua disponibilità, in contrada Spadafora, è stata trovata una coltivazione di 86 chili di cannabis. 

Il gip, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Cecilia Baravelli, ha disposto il processo saltando il filtro dell'udienza preliminare. I difensori, gli avvocati Angela Porcello e Salvatore Manganello, subito dopo hanno chiesto il rito abbreviato e l'udienza è stata fissata per il 28 gennaio davanti al gup Francesco Provenzano. 

L'operazione è scattata nell'ambito di un controllo mirato alla prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti. Gli agenti della sezione Anticrimine del commissariato di Licata, coordinati dal commissario capo Sonia Zicari, sulla base della precedente attività investigativa, avevano ragione di ritenere che su quel terreno fosse coltivata della cannabis.

Scovata la coltivazione è scattato, quindi, l'arresto del pastore trentasettenne. Lungo un sentiero colmo di canneti, che si estendeva per circa un chilometro dall'ovile fino a valle, i poliziotti hanno trovato - secondo quanto è stato reso noto dalla Questura - quattro mini piantagioni, distanti l’una dall’altra qualche chilometro, dotate di approvvigionamento idrico, occultate tra i canneti. In quei terreni, in particolare, sono state trovate e sequestrate ben 2.118 piante, per un peso complessivo di 86 chilogrammi.  

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