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Cronaca Campobello di Licata

"Minacciò genero di ucciderlo col fucile", condannato imprenditore

Giuseppe Milazzo, 80 anni, è stato riconosciuto colpevole di "esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone"

Non fu estorsione ma “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, ipotesi di reato meno grave. Per questo la pena inflitta dal giudice dell’udienza preliminare Alessandra Vella è inferiore rispetto a quella proposta dal pm nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Milazzo, 80 anni, “il patriarca”, come lo chiamano a Campobello, per tanti anni uno dei principali produttori e commercianti di vino in tutto il mondo.

Il giudice gli ha inflitto otto mesi di reclusione anche per l’accusa di detenzione illegale di due fucili. Il pubblico ministero Salvatore Vella, in precedenza, aveva concluso la sua requisitoria chiedendo la condanna a tre anni. La pena, peraltro, è ridotta di un terzo per effetto del giudizio abbreviato. In aula era stato visionato anche il filmato dell’aggressione a bastonate ai danni del genero, immortalato dalle telecamere di sorveglianza delle cantine. 

“Ti ammazzo, ti levo di mezzo… A me non mancano armi, mia figlia resterà vedova”, queste le frasi che avrebbe pronunciato al suo indirizzo. L’aggressione, con la quale Milazzo avrebbe cercato di costringere il genero a dargli un milione e duecentomila euro, in contanti o assegni, sarebbe avvenuta il 21 febbraio di tre anni fa. Milazzo e il genero avevano un contenzioso legato all’attività e l’anziano imprenditore, per reclamare la somma che a suo dire gli spettava, avrebbe minacciato il genero. “Datemi quello che mi spetta e me ne vado”. Pare che il contrasto fosse legato non tanto a un credito ma alla stessa gestione dell’attività.
 

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