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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Campagna elettorale, Arnone e Principato denunciano Firetto

Il "caso" è quello relativo ad una lettera aperta - diffusa dallo stesso Arnone e dalla collega di studio - in cui si tirava in ballo il sindaco uscente e candidato al ballottaggio per alcune vicende giudiziarie

Denuncia per "calunnia" e querela per "diffamazione". A formalizzarla a carico di Calogero Firetto, candidato alle elezioni per la carica di sindaco di Agrigento, sono stati gli avvocati Daniela Principato e Giuseppe Arnone. Il "caso" è quello relativo ad una lettera aperta - diffusa dallo stesso Arnone e dalla collega di studio Daniela Principato - in cui si tirava in ballo Firetto per alcune vicende giudiziarie.

"Firetto, mentendo spudoratamente, accusava" i due legali "di aver provocato 'un interessato inquinamento della campagna elettorale attraverso false informazioni'. Queste false informazioni, secondo il Firetto, sono contenute - è stato scritto dai legali nell'atto depositato in Procura - in una lettera inviata dagli avvocati Principato e Arnone, in busta chiusa, a 7000 famiglie agrigentine. Secondo Firetto, gli avvocati avrebbero diffuso con tale lettera 'infondate accuse' nei suoi confronti, in quanto le notizie di procedimenti penali documentati in tale lettera (per abusivismo e corruzione) sarebbero già state, scrive appunto falsamente il Firetto nel suo comunicato, dichiarate - prosegue testualmente la denuncia-querela degli avvocati - 'totalmente infondate dall'autorità giudiziaria'. Firetto sostiene pubblicamente che i denunzianti Arnone e Principato diffondono alla cittadinanza menzogne e che sono di conseguenza falsari, bugiardi e mendaci".

"Ciò che è contestato nella lettera inviata agli agrigentini e al presidente della Repubblica è invece assolutamnete vero" - ribadiscono Arnone e Principato che rievocano l'inchiesta sul castello di Joppolo Giancaxio - . "Castello il cui sequestro è stato confermato in Cassazione e Calogero Firetto è il principale degli indagati per abusivismo". "E' il Firetto - viene scritto nell'atto di denunzia-querela - che mina in radice la democrazia e la libertà degli elettori". 

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