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Sanità

Cambiano il piano terapeutico e schizofrenico muore, chiesto un milione e mezzo di euro all'Asp

Gli eredi, dopo più diffide fatte arrivare all’azienda sanitaria provinciale, hanno fatto ricorso al tribunale per il componimento della lite, stabilendo il nesso di casualità tra la negligente condotta tenuta dai medici e la tragedia del decesso

Finì all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento quando, a causa di un repentino cambiamento del piano terapeutico, iniziò ad avere mal di testa, vomito misto a sangue, diarrea e allucinazioni visive. L’undici novembre del 2014, l’agrigentino già affetto da schizofrenia perse la vita. Gli eredi, dopo più diffide fatte arrivare all’azienda sanitaria provinciale, hanno chiesto al tribunale di Agrigento – previa nomina di un consulente tecnico e tentativo di componimento della lite – di accertare il nesso di casualità tra la negligente condotta tenuta dai medici e la tragedia del decesso, ma anche di procedere alla quantificazione dei danni subiti predeterminati in 1.558.293 euro. L’udienza è stata già fissata per il 27 aprile prossimo.

“Dall’esame della documentazione sanitaria e della relazione pervenuta per il tramite della direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Agrigento e del direttore del Csm non sono emersi profili di responsabilità a carico dell’azienda sanitaria” – hanno scritto dall’Asp - . Ente che ha tutte le intenzioni di costituirsi in giudizio per chiedere il rigetto delle pretese.

Il responsabile del servizio Legale ha comunicato di non poter assumere l’incarico perché in quella data ha concomitanti adempimenti processuali e d’ufficio per impegni professionali già calendarizzati. Ma c’è tutto l’interesse dell’Asp, appunto, a costituirsi nel giudizio introdotto dagli eredi dell’uomo che ha perso la vita davanti al tribunale di Agrigento. Il commissario straordinario Mario Zappia ha dunque deciso di individuare, sulla base degli elenchi dei professionisti esterni, l’avvocato che dovrà occuparsi di quest’ennesima grana giudiziaria.

E’ stata dunque disposta la costituzione in giudizio dell’azienda sanitaria provinciale “per difendere la legittimità e correttezza dell’operato dell’azienda sanitaria provinciale – scrivono – e ottenere il rigetto delle pretese risarcitorie avanzate dai ricorrenti”.

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