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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Guardia di Finanza: Cambio al vertice Raffo saluta Agrigento

In occasione del suo commiato per raggiungere la sede del Comando regionale “Sicilia” di Palermo...

Oggi, 8 novembre, il tenente colonnello Vincenzo Raffo lascia l’incarico di comandante del Comando provinciale della Guardia di finanza di Agrigento ed andrà ad assumere un nuovo importante incarico presso la sede del Comando regionale “Sicilia” di Palermo. Nella stessa data, assumerà l’incarico di comandante provinciale il tenente colonnello Pasquale Porzio, che ha già comandato il nucleo di Polizia tributaria di Agrigento.

In occasione del saluto alla cittadinanza della provincia, Raffo passa in rassegna il complesso dei risultati operativi conseguiti nel corso del suo mandato ad Agrigento, frutto di precise linee guida e di specifici indirizzi strategici, da ritenersi soddisfacenti, non solo perché sono scaturiti da un ottimale impiego dei militari e dei mezzi a disposizione, ma soprattutto perché hanno contribuito alla crescita della legalità violata all’interno di svariati settori economici, andando quindi a tutelare, in primis, quei cittadini che vi operano nel pieno rispetto delle regole.

Dal luglio 2006 all’ottobre 2011, la Guardia di finanza di Agrigento ha svolto molteplici attività in tutti i settori istituzionali, non soltanto a tutela della finanza pubblica – ovvero delle voci di entrata e di spesa dei bilanci nazionale, dell’Unione Europea e degli Enti locali – ma anche a salvaguardia dei mercati dei capitali, dei beni e dei servizi, al cui interno opera quotidianamente una buona parte della popolazione attiva.

ATTIVITA’ DI POLIZIA ECONOMICO FINANZIARIA

L’attività preminente svolta è chiaramente quella proiettata nel settore tributario in base alle consuete programmazioni annuali sulla scorta di specifiche strategie operative emanate, di anno in anno, dal Governo Centrale. In tale ambito, sono stati svolti 3.716 interventi, tra verifiche e controlli fiscali, che hanno consentito di segnalare una base imponibile di 795 milioni di euro ai fini delle Imposte dirette (Irpef ed Ires) e imposta sul valore aggiunto evasa per 113 milioni di euro, nonché 30 milioni di euro di imposta sul reddito delle attività produttive (Irap.). La lotta alla cosiddetta “economia sommersa” ha consentito di individuare 457 evasori, nonchè la  scoperta di 1.136 lavoratori in nero o irregolarmente assunti e 560 datori di lavoro verbalizzati per impiego  di personale non regolarizzato. Nell’ambito di più recenti novità tributarie intervenute nel corso del periodo considerato, sono stati, altresì, svolti n. 650 controlli per la lotta al “caro vita”, (dal 2009 in poi), 631 controlli nei confronti di soggetti che hanno beneficiato di prestazioni sociali agevolate e recuperati 3,9 milioni di euro di contributi sociali indebitamente percepiti. Inoltre, sono stati svolti 290 controlli in materia di indici di maggiore capacità contributiva nei confronti di possessori di beni di lusso. Si tratta di una delle novità, introdotte nel 2009, più rilevanti rispetto agli anni precedenti, e riguardano controlli mirati nei confronti di soggetti che manifestano evidente ricchezza in termini di possesso di autovetture di grossa cilindrata, imbarcazioni da diporto, cavalli da corsa ecc., finalizzati alla ricostruzione dell’effettivo reddito accumulato (laddove non congruo con il reddito dichiarato) e, in alcuni casi, laddove accertato che trattasi di prestanomi, risalire ai reali titolari dei beni. Inoltre, anche tra gli obiettivi di natura tributaria è stata intensificata l’azione di verifica nei confronti di soggetti sospettati di appartenere alla criminalità organizzata di stampo mafioso (art. 25 L. 646/82), nonché a soggetti nei cui confronti è stata emanata una sentenza di condanna, anche non definitiva, per il reato di cui all’art. 416 bis del c.p. (associazione mafiosa). Le attività di servizio nei confronti dei commercianti al dettaglio si sono sviluppate mediante circa 25.000 controlli in materia di scontrino fiscale e/o ricevuta fiscale, di cui 6.800 con esito irregolare (pari al 27,2 percento dei controlli) e 12.500 controlli su strada. Sono state denunciate 240 persone per reati fiscali (D.Lgs. 74/2000) tra amministratori di società e titolari di ditte individuali.

Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, si citano solo due importanti e complesse attività di verifica svolte: la verifica fiscale e le parallele indagini di polizia giudiziaria concluse nel 2007 dal Nucleo di Polizia tributaria nei confronti di una Società esercente l’attività di commercio all’ingrosso di metalli ferrosi e semilavorati, nel cui ambito sono stati raccolti elementi che hanno permesso di rilevare una rilevante frode fiscale compiuta mediante l’emissione e l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione è stata caratterizzata da 50 decreti di perquisizioni presso le sedi legali e/o operative e i depositi di diverse società, nonché presso le abitazioni dei relativi rappresentanti legali, nonché indagini finanziarie nei confronti di 45 persone fisiche e giuridiche. L’attività investigativa, ha permesso di accertare che l’organizzazione criminale ha documentato acquisti e vendite a mezzo fatture per operazioni inesistenti per i seguenti importi complessivi 332.967.206 euro di acquisti; 400.052.960 euro di vendite. Le risultanze emesse segnalate per la successiva contestazione ai reparti territorialmente competenti, hanno consentito di denunciare a piede libero 115 soggetti per varie ipotesi di reato, tra cui riciclaggio e associazione per delinquere, accertando l’emissione e l’utilizzazione delle fatture per le operazioni inesistenti per un ammontare complessivo pari a 733.020.167,06 euro di imponibile; Iva dovuta per 146.604.033,41 euro; la verifica fiscale e le parallele indagini di polizia giudiziaria concluse nel 2010 dalla Compagnia di Sciacca, in collaborazione con i Comandi Provinciali di Catanzaro e Bolzano, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Sciacca, con cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 soggetti e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di ulteriori 3 responsabili. L’arresto dei 5 soggetti è giunta al culmine di articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Sciacca, che hanno consentito di svelare l’esistenza di un’associazione per delinquere dedita alla reiterata commissione di numerosi reati fiscali, dall’omessa presentazione di dichiarazioni dei redditi ed iva all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Tali investigazioni hanno, in particolare, permesso di delineare l’esistenza di una “rete” di soggetti economici operanti nel settore dell’edilizia ed aventi sede legale nelle province di Agrigento, Catanzaro e Bolzano, “proliferati” a partire dal 2005 e, in taluni casi, posti in liquidazione a distanza di pochissimi mesi dalla costituzione, caratterizzatisi per un reciproco e consistente scambio di fatture e da considerarsi, sulla base delle risultanze investigative, come un “gruppo imprenditoriale”, se non come un unico reale soggetto economico, frazionato solo formalmente in plurime società, cui si sono affiancate, nel tempo, varie ditte individuali intestate ad un soggetto calabrese che avviavano e cessavano l’attività senza soluzione di continuità e che, a fronte di fatture emesse per milioni di euro non hanno mai presentato alcuna dichiarazione fiscale. In tale specifica operazione, ammontano a 15 milioni di euro le false fatturazioni sinora accertate e si calcola in circa 10 milioni di euro il valore dell’iva e delle imposte sui redditi sottratte al fisco.

LOTTA ALLA  MAFIA
L’attività del Corpo si è parallelamente estesa anche al di là della semplice tutela degli interessi erariali dello Stato, orientando l’attività operativa anche a tutela dei cittadini per fronteggiare i fenomeni più macroscopici di criminalità comune ed organizzata. A tal proposito, sono stati eseguiti appositi controlli in materia di legislazione antimafia di cui alla legge 646/1982, compresi gli appalti pubblici, dai quali sono scaturiti e già conclusi 88 accertamenti patrimoniali nei confronti di soggetti malavitosi e rispettivi nuclei familiari per complessive 463 persone, nella prospettiva di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali e loro prestanomi presenti nella provincia, nonché seguire le variazioni patrimoniali nei confronti dei soggetti interessati. In tal senso, dall’inizio nei sei anni di attività: sono state eseguite 10 confische, per un totale di beni mobili ed immobili (conseguenti ad accertamenti patrimoniali e relativi  sequestri di beni) nei confronti di diverse famiglie mafiose residenti in provincia, per totali 24.784.000 euro; sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a 44.457.000 euro, ai sensi della vigente normativa antimafia (ex art. 2 ter Legge 575/1965), costituiti da unità immobiliari, aziende, autoveicoli e disponibilità finanziarie. In tale contesto operativo, assume rilevanza l’attività sviluppata nel 2009, ove sono stati  sequestrati beni mobili ed immobili, consistenti in 23 aziende, 62 automezzi e beni immobili per un valore complessivo di 36,4 milioni di euro a due famiglie mafiose di spicco della provincia di Agrigento. Il primo provvedimento ha riguardato quote societarie e beni di sette società, attività riconducibili a due imprese individuali, conti correnti e dossier titoli, 146 unita' immobiliari, di cui 27 fabbricati (estesi 4.690 mq), 88 appezzamenti di terreno e 31 lotti edificabili (872.559 mq), 3 capannoni industriali, 57 automezzi tra cui autocarri, escavatori, pale meccaniche e tre mercedes di grossa cilindrata, una cava di sabbia e pietrisco, un impianto di calcestruzzo di rilevanti dimensioni, tutte riconducibili alla famiglia Stracuzzi di Licata. Il secondo provvedimento ha colpito un patrimonio in beni mobili, immobili ed aziende ai componenti di una famiglia di spicco e fiancheggiatori di cosa nostra operanti sul territorio di Realmonte e Porto Empedocle. Destinatari dei provvedimenti ablativi, Calogero Iacono ed il padre Giuseppe, pastori, cosiddetti “Pacchiani”, nonché i rispettivi congiunti e nuclei familiari, per un totale di 10 persone. Nel corso dell’operazione, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro dodici appezzamenti di terreno, quattro fabbricati e tre aziende agricole e di allevamento di ovi-caprini, con rispettivi locali aziendali, attrezzature, stalle, ed oltre 300 capi di bestiame.

LOTTA AL RICICLAGGIO
Nel sotto-comparto della lotta al riciclaggio, sono state eseguite 20 ispezioni antiriciclaggio e 124 interventi  su operazioni sospette meritevoli di approfondimento concernenti le limitazioni di pagamento di cui alla Legge 197/1991. Sono stati effettuati anche diversi controlli nei confronti dei c.d. “Money Transfer” finalizzati al contrasto del finanziamento del terrorismo internazionale mediante il monitoraggio di movimenti di capitali sospetti da e per l’estero.

ACCISE
Nel settore delle accise sugli oli minerali, sono stati eseguiti 248 interventi che hanno permesso di verbalizzare 245 soggetti di cui 21 denunciati all’Autorità Giudiziaria, il sequestro di 132 tonnellate di prodotti petroliferi, di cui 24 tonnellate di carburante ad uso agevolato, ed il sequestro di 43 automezzi.

CONTRASTO AL TRAFFICO E SPACCIO DI STUPEFACENTI
Il continuo controllo del territorio e le accurate indagini poste in essere hanno permesso di conseguire ottimi risultati nel settore della lotta alla criminalità organizzata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Sono stati sequestrati complessivamente  circa 14.500 grammi di sostanze stupefacenti e 7.500 piante e semi di canapa indiana. Sono stati denunciati 196  soggetti, di cui 56 in stato di arresto nonchè segnalati complessivamente al Prefetto 333 assuntori. In tale ambito, ha assunto particolare rilevanza l’operazione di servizio denominata “Night White”, conclusa nel 2009, le cui indagini sono state condotte con pedinamenti, appostamenti e intercettazioni sia ambientali che telefoniche, queste ultime rese difficoltose sia per l’utilizzo da parte dei soggetti arrestati di schede telefoniche intestate a soggetti extracomunitari sia per l’utilizzo da parte degli stessi di un linguaggio criptato utilizzato dagli stessi nelle contrattazioni per l’acquisto dello stupefacente. Infatti, tra acquirente e cedente venivano concordate delle parole in codice per indicare la quantita’, la tipologia e la qualità dello stupefacente. La cocaina veniva, quindi, ordinata facendo riferimento a diverse marche e modelli di autovetture: in particolare, se si ordinava una bmw i clienti cercavano cocaina di ottima qualità mentre si faceva riferimento alla cilindrata per indicarne la quantità richiesta. Per “ordinare” l’hashish veniva utilizzato il termine “maglietta” che poteva essere grande o piccola per indicarne il peso del panetto (100 o 250 grammi) e per la qualità veniva indicato il termine “lacoste” oppure “ok il prezzo e’ giusto” secondo il marchio impresso sui panetti (un coccodrillo oppure la sigla “ok”). Le medesime indagini hanno altresì portato alla scoperta di un traffico di prostituzione consentendo l’arresto di 3 soggetti e la denuncia di 11 persone.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
L’attività svolta nel periodo dalla Guardia di Finanza nel settore del “contrasto” all’immigrazione clandestina, anche con l’apporto delle unità aeronavali del Corpo dispiegate in Lampedusa e l’ausilio di personale appositamente inviato da altri reparti del Corpo in ambito nazionale, si è concretizzata con ben 663 interventi, nel corso dei quali  sono stati intercettati e fermati 44.260 soggetti stranieri, di cui 86 scafisti tratti in arresto per favoreggiamento all’immigrazione. Le operazioni di soccorso effettuate a terra ed in mare, specie nel  primo semestre del 2011, hanno raggiunto cifre record e in questa sede ricordiamo, solo a titolo esemplificativo, l’ingente impiego di tutti gli uomini del Corpo disponibili che hanno collaborato con le altre forze di polizia presenti, durante il noto naufragio dell’ 8 maggio scorso, nella cui circostanza sono stati tratti in salvo complessivamente 575 immigrati.  In quella notte, senza l’intervento delle forze di polizia che si sono lanciate in mare per recuperare “di peso” gli immigrati presi dal panico, il bilancio delle vittime sarebbe stato gravissimo. Si ritiene doveroso evidenziare, inoltre, l’impegno profuso senza soluzione di continuità da parte del personale della Brigata di Lampedusa che, nel primo periodo di arrivo di immigrati,  ha fronteggiato da solo, unitamente ai Carabinieri della locale Stazione, l’imponente ondata di arrivi sull’isola degli extracomunitari.

CONTROLLO DELLA SPESA PUBBLICA
Parallelamente alle attività ispettive in materia di entrate tributarie, rilevante è stato l’impulso dato alle attività concernenti il controllo delle spese di bilancio. In tale contesto, quale Polizia comunitaria a tutela delle uscite comunitarie e nazionali, i Reparti del Corpo hanno effettuato interventi in materia di aiuti all’agricoltura, fondi strutturali, incentivi alle attività produttive ed ex Legge 488/92, tutelando sia le risorse a carico dell’Unione Europea che quelle gravanti, a titolo di cofinanziamento, sui bilanci dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali. L’ammontare delle somme indebitamente percepite è di circa 19,5 milioni di euro e denunciate 187 persone. A titolo esemplificativo, si citano le seguenti operazioni di servizio: l’operazione “Montagne d’oro” riguardante il “Patto Territoriale Magazzolo-Platani” (L. 488/92), svolto nel 2009, nel cui ambito sono stati effettuati una serie di sequestri per un valore complessivo di oltre sei milioni di euro nell’ambito di una indagine su una maxi truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato e della Regione siciliana, conclusasi con la denuncia di 19 soggetti e i responsabili di 6 Società coinvolte nelle province di Agrigento, Palermo e Caltanissetta, nonché di rilevare l’emissione di fatture false per 9.390.828,65 euro. Gli elementi probatori acquisiti a seguito della complessa, articolata e variegata attività investigativa di Polizia Giudiziaria, di Polizia Tributaria ed Economica svolta, hanno permesso di far emergere l’esistenza di un gruppo di soggetti, assolutamente organizzato e dotato di un vincolo associativo continuativo all’interno, con lo scopo di commettere una serie di delitti consistenti nell’appropriazione di aiuti dello Stato e della Unione Europea destinati all’insediamento di nuovi impianti industriali e/o produttivi ed all’incremento occupazionale in territori oppressi da fenomeni di dilagante disoccupazione e particolarmente caratterizzati, nel contempo,  dalla presenza della criminalità organizzata. Il consistente quadro probatorio ha determinato l’emissione da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento di Decreto di sequestro preventivo (ex art. 321 c.p.p. e 53 D.Lgs.231/2001), di denaro contante, di immobili ed ogni altro bene o diritto  in disponibilità dei soggetti che hanno indebitamente beneficiato degli aiuti pubblici. Al sequestro, per effetto delle misure messe in atto dallo Stato ex art. 322-ter  del codice penale, dalla L. n. 300/2000, c.d. sequestro “per equivalente”, è stata proposta la confisca dei beni fino alla concorrenza degli importi indebitamente ed illecitamente percepiti per effetto della truffa perpetrata; l’ operazione “Hidra”, (indagine in collaborazione con altro reparto alla sede di Palermo) riguardante una maxi truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato e della Regione siciliana, nel cui ambito è stata scoperta una truffa aggravata del valore di circa 25,1 milioni di euro e danni erariali per oltre 28,8 milioni di euro. Sono stati eseguiti  una serie di sequestri preventivi “per equivalente” fino alla concorrenza di 18,1 milioni di euro di beni riconducibili agli indagati di 6 diverse società. La stessa operazione si è conclusa con l’emissione di misure restrittive della libertà personale di 4 persone, coinvolte a vario titolo in diversi reati commessi nelle province di Agrigento, Palermo, Milano e all’estero (Svizzera e Inghilterra); l’operazione “Fontana Bianca”, in materia di frodi comunitarie ha riguardato una società con sede a S. Stefano di Quisquina, operante nel settore della produzione di calcestruzzo pronto per l’uso. Le investigazioni, hanno comportato, tra l’altro, l’esecuzione di accertamenti bancari e postali su tutto il territorio nazionale, nonché l’effettuazione di  perquisizioni in tutta la provincia di Agrigento nei confronti di una ventina di soggetti, tra società e persone fisiche, a vario titolo collegati con l’impresa oggetto di accertamento e coinvolti nel fallimento della stessa e nella realizzazione di alcune opere finanziate ai sensi della Legge 488/92. Le indagini hanno, in particolare, permesso di constatare la distrazione di beni e denaro dall’attivo per circa un milione di euro.

L’attività investigativa che ha riguardato la concessione di agevolazioni previste in materia di programmazione negoziata, nell’ambito del patto territoriale “Terre Sicane”, a favore di una società con sede nel riberese, esercente l’attività di lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi. A seguito dell’acquisizione di documentazione utile e di indagini finanziarie delegate dall’Autorità giudiziaria nei confronti del soggetto economico beneficiario delle agevolazioni e di ulteriori 2 soggetti economici coinvolti nelle indagini, è stato accertato che all’atto della richiesta di erogazione, da parte della società, dell’ultimo rateo del contributo, pari a 1.204.327,14 euro era stato falsamente attestato, anche grazie all’utilizzo di dichiarazioni liberatorie del fornitore non veritiere, l’avvenuto pagamento a saldo di tutte le forniture afferenti l’opera finanziata, mentre, in realtà, talune fatture relative a tali forniture non erano state pagate, bensì quietanzate, al fine di dissimulare contabilmente il mancato pagamento delle stesse, mediante la stipula di contratti di accollo di debito. Le 5 persone coinvolte, a vario titolo, nella perpetrazione degli illeciti, sono stati deferiti alla locale Autorità giudiziaria  per i reati di  “tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e  “falso ideologico in atto pubblico”.

Ed ancora, nel settore degli illeciti ottenimenti di finanziamenti pubblici ed agevolazioni finanziarie previste dalla Legge 488/92, è stato scoperto un altro sodalizio criminoso posto in essere da due importanti società che, mediante l’utilizzo di fatture riconducibili ad operazioni commerciali inesistenti e/o mediante artifizi contabili atti ad eludere, nella fase istruttoria dell’istanza, sia la valutazione dell’apporto di mezzi propri sia le altre norme previste dal regime autorizzatorio del programma di investimenti da finanziare, hanno indebitamente percepito delle agevolazioni finanziarie ex lege 488/92 per un ammontare complessivo di 1.998.378 euro.

CONTROLLO DELLA SPESA SANITARIA
Diverse sono state le indagini condotte nel settore della Sanità, in esito alle quali sono state denunziate a vario titolo 711 persone, per i reati di truffa ed estorsione e abuso d’ufficio. In tale ambito, assume rilevanza la nota vicenda dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, con l’esecuzione del sequestro preventivo dell’intero complesso ospedaliero effettuato nel 2009, per essere stato costruito con qualità di cemento non corrispondente ai requisiti tecnici previsti e tali da ritenerlo a grave rischio per la pubblica incolumità dei degenti e del personale sanitario in caso di evento sismico di piccola/media intensità. Si ricorda sinteticamente che le complesse e laboriose indagini ed accertamenti tecnici e documentali, supportati da precise ed inequivocabili perizie tecniche, hanno confermato le ipotesi investigative sostenute dai militari operanti sin dalle prime fasi delle indagini, in ordine alle gravi carenze strutturali dell’intero complesso ospedaliero, tali da esporre a gravissimo rischio sismico l’intero manufatto. I gravi, precisi e concordanti indizi di colpevolezza a carico dei soggetti che avevano, a vario titolo, curato la realizzazione della struttura e la messa in opera del materiale, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria inquirente di iscrivere sul registro degli indagati 12 soggetti con diversi livelli di responsabilità per i reati di: disastro colposo (479 c.p.), falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (323 c.p.), truffa (640 c.p.) ed emettere il provvedimento di sequestro preventivo dell’intera struttura ospedaliera.

REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sono stati accertati danni erariali per un complessivo di oltre 90,1 milioni di euro, derivanti da attività di servizio nei comparti riguardanti il controllo della spesa pubblica e degli appalti da parte della Pubblica amministrazione, con la denuncia a vario titolo all’Autorità giudiziaria di 420 pubblici amministratori, di cui 3 tratti in arresto per abuso d’ufficio,  peculato, appropriazione indebita,  turbata libertà degli incanti, ecc. In tale ambito hanno assunto rilevanza le seguenti operazioni di servizio: operazione denominata “Dirty Welfare”, è stata scoperta una maxi truffa messa in atto ai danni dell’Inps. Le indagini hanno consentito di scoprire un articolato sistema di frode ordito e messo in atto, per vari anni e su ampia scala (in via prioritaria nella parte occidentale della provincia di Agrigento), da una serie di soggetti, tra cui un ex dipendente dell’ufficio Inps di Sciacca, grazie al quale svariate persone hanno potuto percepire indebitamente plurime indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti erogate dall’istituto di previdenza. Le indagini hanno consentito di appurare che una “rete” di soggetti operanti sul territorio aveva il compito di individuare e “reclutare” persone compiacenti, di fatto prive dei requisiti per ottenere l’indennità di disoccupazione in questione, a nome delle quali venivano presentate delle domande di sussidio in cui veniva rappresentata la sussistenza di rapporti di lavoro dipendente rivelatisi in realtà fittizi. Al termine delle indagini le persone complessivamente denunciate sono state 467 (in relazione ad un’accertata indebita percezione di circa 800 indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti ridotti) per le ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità in atto pubblico. Il corrispondente danno erariale derivante dalle condotte illecite accertate - pari ad oltre 2,2 milioni di euro è stato segnalato alla Procura regionale della Corte dei Conti di Palermo.

Altre distinte operazioni ove sono state denunciate 196 soggetti per truffa all'Inps, realizzata attraverso l'assunzione di falsi braccianti agricoli. In particolare, nell’ambito dell’esecuzione di uno specifico progetto denominato “Fauno” sono stati individuati soggetti che, con la creazione fittizia di aziende agricole, queste, avevano ottenuto dall'Inps i previsti registri di lavorazione, dichiarando falsi lavoratori agricoli, consentendo l’illecita percezione di indennità di disoccupazione agricola per un importo di circa 147 mila euro. Tali attività di servizio sono il risultato di un apposito piano predisposto per monitorare il fenomeno della spesa previdenziale ed assistenziale che presenta, a livello nazionale, una rilevante incidenza percentuale sul prodotto interno lordo (p.i.l.). nell’ambito delle c.d. “prestazioni a sostegno del reddito” erogate dall’Inps, cui è stata posta particolare attenzione alle frodi derivanti dalle presunte indennità di disoccupazione agricola. Nella circostanza, l’azione investigativa ha permesso di individuare quattro imprese agricole fittizie (c.d. “cartiere”), appositamente costituite con il solo scopo di presentare all’Inps falsa documentazione attestante i rapporti di lavoro, con giornate di lavoro dichiarate e mai effettuate dai dipendenti delle suddette aziende, a fronte delle quali l’istituto previdenziale ha dovuto corrispondere, tra il 2009 e il 2010, 694.131 euro a titolo di indennità’ di disoccupazione.

L’operazione di servizio in cui è stata scoperta l'esistenza di appalti pilotati, con danni erariali per oltre 15 milioni di euro segnalati alla Corte dei Conti, per l'approvvigionamento di beni e servizi all'interno della “banca del cordone ombelicale”. Dieci persone, tra medici, parasanitari e fornitori, sono stati denunciati per turbata libertà degli incanti e truffa aggravata. Già nel 2008 erano state scoperte anomalie nella gestione degli appalti: con ricorso a trattative private in regime di urgenza quando non ve n'era bisogno, e difformità sui quantitativi acquistati, assolutamente sproporzionati, di reagenti e reattivi per la tipizzazione delle sacche di sangue cordonale rispetto a quelle pubblicate sulle banche dati mondiali che permettono il collegamento fra i soggetti che hanno bisogno di un trapianto e coloro che hanno le unità di sangue cordonale necessario. Nella banca del cordone ombelicale l'aggiudicazione di forniture sarebbe stata concordata preventivamente con ditte di gradimento degli indagati. In parallelo sono state scoperte delle omissioni inerenti la lavorazione del sangue contenuto nel cordone ombelicale donato dalle madri al momento del parto. Inoltre alla banca di Sciacca, non sarebbero stati effettuati i necessari esami immunologici sulla madre e sul neonato.

L’operazione di servizio nei confronti dell’Asl di Agrigento, finalizzata al controllo dell’applicazione della Legge 405/2001 (distribuzione diretta di farmaci inclusi in appositi prontuari denominati “Ph-t”.). Nel corso delle indagini è emersa la mancanza di iniziative concrete da parte dei direttori generali (e, a susseguirsi in concorso e in solido, dai dirigenti Responsabili dell’Area Gestione del Farmaco dell’Azienda unità sanitaria locale 1 di Agrigento succedutisi nel tempo e dagli Assessori Regionali alla Sanità) al fine di evitare il perdurare del grave pregiudizio economico causato dalla mancata applicazione della legge 405/2001 – ovvero procedere alla distribuzione diretta di tutti i farmaci inclusi nel prontuario “Ph-t”; I risultati delle elaborazioni effettuate hanno consentito di ricostruire sia l'importo totale, sulla base del prezzo al pubblico dei farmaci Ph-t erogati nell'ambito del territorio dell’Ausl 1 di Agrigento, sia l'effettiva spesa sostenuta per tali farmaci da parte dell’Azienda unità sanitaria locale 1 di Agrigento al netto degli sconti obbligatori praticati dalle farmacie. E' stata, poi, stimata la spesa che l’Azienda unità sanitaria locale 1 di Agrigento avrebbe sostenuto per erogare i medesimi farmaci, qualora fosse stata data attuazione alla metodologia distributiva diretta attraverso le strutture pubbliche, la cui ricostruzione ha determinato, nel periodo preso a base di indagine, danni erariali per l’importo complessivo di 25,7 milioni di euro.

DANNI ERARIALI SEGNALATI ALLA CORTE DEI CONTI
Dal complesso delle operazioni svolte nei citati comparti, ed in particolare: ”Controlli della spesa pubblica”, “Controllo della spesa sanitaria” e “Reati contro la pubblica amministrazione”, sono scaturiti danni erariali segnalati alla Procura Regionale della Corte dei Conti dei Palermo, per un totale complessivo di circa 117 milioni di euro.

CODICE PENALE
Relativamente alla criminalità comune, con riferimento alle violazioni di norme previste dal Codice penale sono stati denunziati 6.126 soggetti, di cui 66 arrestati per vari reati concernenti, truffa, falso nummario, furto, ricettazione, estorsione, possesso illegale di armi e munizioni, altre leggi di pubblica sicurezza ecc. Tra le molteplici attività svolte è opportuno ricordare anche il contributo del Corpo nel particolare fenomeno dell’emergenza idrica, in armonia alle specifiche direttive impartite in sede di Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica disposte dal prefetto. In particolare, la notte di ferragosto del 2008 è stato sorpreso un contadino che attraverso un particolare sistema idraulico, prelevava furtivamente 80 litri di acqua al secondo dalla conduttura della dissalata di Gela. Il contadino è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento e sono stati sequestrati gli invasi che contenevano oltre 800.000 litri di acqua, nonché svariata attrezzatura utilizzata per l’illecito prelevamento.

POLIZIA AMBIENTALE
In materia di polizia ambientale sono state denunciate a vario titolo 119 persone, scoperte 12 discariche abusive e sequestrate aree pari a 20.000 metri quadrati, nonché rifiuti speciali pari a 4000 tonnellate. In modo particolare, assume rilevanza una operazione di polizia giudiziaria che ha permesso di  denunciare a piede libero i responsabili di sei imprese operanti nel settore della gestione di rifiuti, con l’accusa di avere trattato rifiuti pericolosi, classificandoli come speciali.

PIRATERIA AUDIOVISIVA, CONTRAFFAZIONE E TUTELA DEL MADE IN ITALY
Un altro settore della polizia economica, di notevole interesse operativo, riguarda il contrasto alla contraffazione dei marchi, della pirateria informatica e della tutela dei diritti d’autore. Nel comparto, sono stati effettuati 8 interventi e sequestrati complessivamente circa 70.000 tra compact-disk e dvd, illecitamente riprodotti, 18.000 capi e/o oggetti con marchi contraffatti e denunciate a piede libero 355 persone di cui 18 arrestati.

TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA
Tra le attività a tutela dei diritti per la salute del consumatore, in due  distinte circostanze, sono stati scoperti: un falso dentista che esercitava, nel capoluogo, l’esercizio abusivo della professione medica, sprovvisto di qualsiasi autorizzazione sanitaria. Nella circostanza è stato richiesto l’intervento dei medici del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Agrigento; un odontotecnico che esercitava abusivamente la professione di medico odontoiatra in un appartamento privato.  Nella circostanza, i finanzieri, fingendosi clienti, hanno smascherato il falso dentista, denunciato per esercizio abusivo della professione medica e per mancanza della prescritta autorizzazione sanitaria dei locali. Ne è scaturito il sequestro delle attrezzature, dei farmaci e del locale dove venivano effettuati interventi di estrazioni, cura della carie e persino impianti di protesi e apparecchi mobili, oltre ad agende utilizzate per fissare appuntamenti e moltissime schede di pazienti curati o ancora in cura.

Sempre in materia di sicurezza dei prodotti a tutela della salute dei consumatori sono stati sequestrati 1.087 confezioni di prodotti cosmetici contenenti sostanze dannose per la salute degli ignari acquirenti (metalli pesanti, consistenti in “cromo, nichel e cobalto”) impedendo il protrarsi del libero commercio di prodotti cosmetici  pericolosi; 10.400 confezioni di dentifrici, nonchè 13.318 confezioni di prodotti cosmetici e per la cura della persona, di provenienza extra-europea per etichettatura non conforme, ovvero priva del foglio illustrativo in lingua italiana, in mancanza dei quali è vietata l’immissione sul mercato italiano; 695 confezioni di prodotti cosmetici contenenti, tra gli ingredienti, una sostanza dannosa per i consumatori (Metyldibromo Glutaronitrile”. Sono stati inoltre sequestrati circa 2000 caschi protettivi per motociclisti con caratteristiche non corrispondenti ai criteri e requisiti di sicurezza disposti dalla specifica normativa.

TUTELA DEL PATRIMONIO ARTISTICO
Nel settore della tutela del patrimonio artistico, storico, archeologico, sono stati sequestrati numerosi reperti di rilevante interesse artistico-storico-archeologico e/o numismatico, detenuti nell’abitazione di due diversi privati collezionisti – denunciati all’Autorità giudiziaria - consistenti in 358 reperti archeologici costituiti da anfore, vasi, coppette, crateri; monili risalenti a varie epoche; 1206 monete antiche; una carabina; 2 pistole semiautomatiche; un revolver; 96 cartucce; 2 schioppi ottocenteschi ad avancarica (armi storiche); una pistola ottocentesca ad avancarica (arma storica); una sciabola; una scimitarra; uno stiletto e una baionetta.

GIOCO D’AZZARDO
Nel settore del gioco d’azzardo, sono stati effettuati numerosi interventi mirati, nel cui ambito sono state denunciate 52 persone e sequestrati 201 videogiochi non regolamentari, solitamente detenuti illecitamente in locali occulti di alcune sale giochi, per non essere facilmente individuabili dalla forze dell’ordine.

CODICE DELLA STRADA
In materia di Codice della Strada, sono stati elevati circa 2.800 verbali, sequestrate 42 autovetture e riscosse somme pari a circa 155.800 euro per violazioni al codice della strada.

Non da ultimo, questo Comando provinciale ha intrapreso delle iniziative utili ai fini del servizio e del coordinamento tra gli Uffici pubblici e per una migliore strategia di comunicazione nei confronti della opinione pubblica, con il coinvolgimento degli organi di informazione, cui va il più vivo ringraziamento per la proficua collaborazione fornita per la puntuale informazione diretta ai cittadini. Sono stati siglati diversi protocolli di intesa con vari Comuni della provincia di Agrigento e il Comando, al fine del coordinamento dei controlli sostanziali della posizione reddituale e patrimoniale dei nuclei familiari di soggetti beneficiari di prestazioni sociali agevolate, nonché per il monitoraggio di alcuni tributi locali. Sono stati svolti molti incontri da parte di ufficiali del Corpo con studenti delle scuole medie superiori e inferiori finalizzati a sviluppare i vari percorsi di legalità per illustrare l’attività della Guardia di finanza come organo di polizia economico-finanziaria evidenziandone alcuni aspetti, quale quello, per esempio, il contrasto alla lotta al traffico di stupefacenti, sensibilizzando per quanto più possibile i giovani di minore età all’alto rischio per la salute cui vanno incontro tutti coloro che ne fanno uso.

Foto di Calogero Montana Lampo


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