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Cronaca Ribera

Bruciate le tessere elettorali per le case popolari, famiglie esasperate

Eclatante protesta in largo Martiri di via Fani a Ribera, il sindaco si è detto pronto ad andare avanti

L'avevano annunciato e l'hanno fatto. Sono tornate a protestate le 60 famiglie che da sei anni aspettano la demolizio e la ricostruzione delle case popolari di largo Martiri di via Fani di Ribera. Ieri sono scese in strada ed hanno bruciato per protesta le loro schede elettorali. "Siamo stati abbandonati dallo Stato, dalla Regione, dalla Provincia, a che servono queste schede?", domandano esasperati i cittadini. 

Consiglieri si autoconvocano all'Iacp

"I disagi - fanno sapere i residenti -  delle 60 famiglie sono notevoli e ormai duraturi, mentre l’amministrazione comunale riberese continua a pagare i canoni di locazione a tutti i nuclei familiari per un importo annuo di 180 mila euro".

Approvato progetto definitivo

Gli assegnatari dopo la protesta in largo dei Martiri di via Fani si sono recati in municipio dove hanno incontrato il sindaco, Carmelo Pace. Anche lui ha protestato per questo stato di cose e si è detto pronto ad andare avanti nella sua azione. "Ma una protesta – ha avvertito Pace – che rispetti la legge, non condivido altre forme". 

E poi ha riferito sulla vicenda fino agli ultimi passaggi, quelli che ormai, dopo il vertice alla Regione, prevedono che il verificatore del progetto, l’ingegnere Accursio Pippo Oliveri, lo consegni all’Iacp e che l’Istituto stipuli il contratto con la ditta aggiudicataria dei lavori. Alla stipula del contratto ormai dovrebbe mancare poco, ma in largo Martiri di via Fani sono stanchi di aspettare.

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