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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Canicattì

In una villa confiscata un santuario e un museo per la legalità dedicati a Livatino

La proposta arriva dall'associazione "Amici del giudice Rosario Angelo Livatino", dal centro studi "Pio La Torre" e dalla cooperativa "Lavoro e non solo"

Un santuario, centro congressi e museo della legalità in nome del beato Rosario Angelo Livatino su un fondo confiscato alla mafia a Canicattì: è questo il progetto illustrato al sindaco Ettore Di Ventura dall' associazione "amici del giudice Rosario Angelo Livatino", dal centro studi "Pio La Torre" e dalla cooperativa "Lavoro e non solo" per dare nuova vita ad una struttura confiscata al boss Calogero Di Caro in contrada Cuccavecchia.

Il bene si trova su una superficie è circa 4 ettari, in parte coltivati ad uliveto. Al centro del fondo si trova un caseggiato nobiliare edificato tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 per un totale di 250 metri quadrati circa per ogni piano.

“Ora il bene può risorgere a nuova vita con la realizzazione del santuario per il Beato Rosario Livatino, un centro congressi e una struttura museale improntata ai valori della legalità e della lotta alla mafia che ospiterà diversi reperti, una biblioteca e anche l'auto su cui viaggiava il magistrato canicattinese ucciso dai mafiosi - si legge in una lettera a firma delle associazioni -. Il progetto verrà integrato con la Casa Museo in fase di realizzazione nell'abitazione dove visse il magistrato sino al giorno della morte. La casa, ubicata nel centro cittadino, conserva ancora libri e arredi come li ha lasciati il giudice Livatino quel giorno fatale in cui uscì per andare in tribunale e invece cadde in un agguato mafioso. “Si aggiungano anche i naturali risvolti economici ed occupazionali delll'iniziativa per tutto il territorio -sottolineano i proponenti -. Il flusso turistico religioso e di impegno civile, collegato anche al santuario del venerabile Padre Gioacchino La Lomia per cui è in corso un'altra causa di beatificazione – e che già attira numerosi fedeli -, genererà la nascita di decine di attività imprenditoriali con strutture ricettive e di ristoro, gestione di servizi e produzione di prodotti culturali e d'informazione che orbiteranno nell'indotto”.

L'opera potrebbe essere realizzata con i fondi del Pon Legalità gestito dal Viminale.

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