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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Crack da 20 milioni di euro", curatore in aula: "Burgio nascondeva i debiti"

Un'altra decina di ex dipendenti si sono costituiti parte civile contro l'imprenditore in carcere da ottobre per bancarotta fraudolenta

All’udienza precedente una settantina di ex dipendenti avevano chiesto di costituirsi parte civile. Ieri mattina un’altra decina se ne sono aggiunti. Tutti in fila a chiedere i danni all’imprenditore Giuseppe Burgio, 53 anni, in carcere dal 27 ottobre con l’accusa di avere provocato una bancarotta fraudolenta da 20 milioni di euro.

La difesa dell’ex re dei supemercati ha provato a rispondere al fuoco incrociato di richieste di costituzione ma il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco (a latere Antonio Genna e Maria Teresa Moretti) ha ammesso tutte le richieste rigettando le opposizioni che, in alcuni casi, facevano leva sulla tardività della richiesta.

Ieri mattina, peraltro, dopo l’ordinanza dei giudici che hanno ammesso tutte le richieste di costituzione, è stato ascoltato Giuseppe Lentini, curatore fallimentare della Gestal, una delle aziende al centro del presunto crack.


Lentini è il primo teste della lista dei pubblici ministeri Simona Faga e Alessandra Russo. A Burgio viene contestato di avere sottratto fondi in prossimità del fallimento a una serie di società fra le quali la Gestal. “Il volume d’affari della società – ha detto Lentini – nella fase iniziale era particolarmente elevato e si aggirava tra i 15 e i 18 milioni. Nel 2011 cominciò il crollo”. Lentini, in particolare, sostiene che i debiti siano stati occultati nei bilanci. “C’erano alcune plusvalenze sulla carta che non esistevano nella realtà e una serie di debiti ben occultati nei libri contabili, si trattava di un artifizio per occultare le perdite”. 

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