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Cronaca Licata

Chiedevano il "pizzo" ai propri dipendenti: eseguite 5 ordinanze

Due persone sono state poste agli arresti domiciliari ed a tre sono stati notificati i divieti di dimora in territorio di Licata. La denuncia è scattata da un dipendente di una cooperativa

Prima pagavano i dipendenti e poi si facevano restituire un terzo dello stipendio. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione sono state arrestate due persone a Licata, mentre per altre tre è scattato il divieto di dimora nel territorio comunale. I fatti contestati riguardano – come reso noto dalla procura di Agrigento nel corso di una conferenza stampa - reati che sarebbero stati commessi a danno di alcuni dipendenti delle cooperative sociali "Arcobaleno" e "Libero Gabbiano".

Ai domiciliari sono finiti Rosario Magliarisi e Linda Modica, responsabile delle due comunità. Magliarisi non avrebbe avuto alcun ruolo nella vicenda, ma gli inquirenti ritengono che parte del guadagno delle cooperative venisse trasferito impropriamente ad una società, la Visa srl, di cui è responsabile, da qui anche l’accusa di appropriazione indebita nei suoi confronti. Gli altri tre indagati con divieto di dimora a Licata sono: Florinda Zagra, Carmela Di Blasi e Angelo Magliarisi.

Le indagini hanno avuto inizio grazie alla denuncia formalizzata, il 13 settembre del 2013, da un ex dipendente della cooperativa "Arcobaleno". I fatti si sarebbero verificati a Licata fino a tutto il 2015. Secondo gli inquirenti, ai nove dipendenti veniva regolarmente pagato lo stipendio con bonifico, poi, i datori di lavoro, chiedevano indietro un terzo della paga in contanti. Un vero e proprio “pizzo” sui lavoratori.

Le indagini, condotte dalla guardia di finanza, sono coordinate dal pm Matteo Delpini e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Stefano Zammuto.

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