Caso Sea Watch3, arresto non convalidato: il comandante Carola Rackete torna libera
Secondo il gip Alessandra Vella, la resistenza a pubblico ufficiale è stata scriminata dall'adempimento ad un dovere. Il giudice ha sottolineato anche che la scelta del porto di Lampedusa non è stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri
Il gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto – effettuato sabato dalla Guardia di finanza - del comandante della Sea Watch3: Carola Rackete. Il giudice per le indagini preliminari, contrariamente a quanto richiesto dalla Procura di Agrigento, ha rimesso in completa libertà la trentunenne tedesca.
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Secondo il gip, la resistenza alla nave da guerra non sarebbe configurabile perché la motovedetta "non è nave da guerra". La resistenza a pubblico ufficiale è scriminata invece - sempre secondo il gip del tribunale di Agrigento - "dall'adempimento di un dovere". Il gip ha sottolineato anche che la scelta del porto di Lampedusa non è stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri. Il decreto legge sicurezza bis "non è applicabile alle azioni di salvataggio" - spiega il gip di Agrigento, Alessandra Vella, - "in quanto riferibile solo alle condotte degli scafisti".
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Il procuratore Luigi Patronaggio, l’aggiunto Salvatore Vella e il Pm Gloria Andreoli avevano chiesto l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora ad Agrigento e provincia. I difensori dell’indagata, gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, ieri, a margine dell’interrogatorio, avevano chiesto invece al giudice di non convalidare l’arresto.
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In questo procedimento, Carola Rackete è indagata – dopo essere entrata, nonostante divieto e Alt, al porto di Lampedusa e aver leggermente speronato la motovedetta delle Fiamme gialle - per le ipotesi di reato di resistenza o violenza contro nave da guerra (codice della navigazione) e resistenza a pubblico ufficiale. Diverso è invece il fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nel quale è iscritta sempre Carola Rackete, e che proverà a verificare – secondo quanto è stato reso noto dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio – se vi siano stati o meno eventuali contatti fra i trafficanti di vite e la Sea Watch3.