rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Presidente consorzio diagnostico arrestato per estorsione: "Soldi dovuti, mia gestione trasparente"“

Nicolò Ippolito, presidente del Gruppo diagnostico mediterraneo scarl, è accusato di avere intascato una mazzetta da 56 mila euro per rilasciare l'autorizzazione al passaggio di un laboratorio a un altro consorzio. La replica: "Quella somma era un ristoro dei danni subiti

"Hanno fatto apparire la situazione come un'estorsione, ma si trattava di soldi che il gruppo doveva ricevere". A parlare è Nicolò Ippolito, avvocato 65enne di Racalmuto presidente del Gruppo diagnostico mediterraneo scarl (con numerosi centri e ha sede legale in via Pipitone Federico ndr) arrestato dalla guardia di finanza per estorsione. Secondo l'accusa Ippolito avrebbe chiesto una mazzetta in cambio del nulla osta necessario per far confluire un laboratorio in un nuovo soggetto giuridico. Il gip ha convalidato l'arresto ma ha anche disposto la scarcerazione in attesa del processo ritenendo che "il quadro indiziario non sia sufficientemente univoco per affermare adesso che Ippolito abbia agito per estorcere una somma non dovuta".

L'arresto 

Le indagini hanno preso il via dopo la denuncia di Marco Zummo, fratello del presidente della Camera penale di Palermo, che ha segnalato alla guardia di finanza un problema riscontrato dopo aver rilevato a dicembre 2018 un laboratorio di analisi cliniche di Caltavuturo. Ippolito, per l'accusa, gli avrebbe negato il nulla osta necessario per far confluire l'attività in un nuovo soggetto giuridico. Un assenso che però era dovuto per legge. "E' emerso che l'arrestato, operando all'insaputa degli altri membri del cda, mediante continue e reiterate minacce più o meno esplicite - dicono gli investigatori - ha costretto la vittima a corrispondere indebitamente la somma di euro 56 mila euro, procurandosi così un vantaggio ingiusto con pari danno per la persona offesa". Dopo il passaggio di quella che per gli inquirenti è sembra ombra di dubbio una tangente è scattato il blitz.

La replica di Ippolito

"Il nulla osta non è mai stato chiesto da Karol a Gdm (il nuovo laboratorio e il gruppo Mediterraneo di Ippolito ndr) - si difende Ippolito -. La cifra era solo un ristoro dei danni subiti dal Consorzio visto che Karol ha eseguito illegittimamente gli esami altrove e senza autorizzazione. Sono stati l'Asp e l'assessorato a negare i pagamenti a Karol per gli esami che non avrebbe dovuto e potuto effettuare in mancanza di autorizzazione. Dal primo gennaio Karol ha eseguito l'attività abusivamente. Ribadisco che il nulla osta non è mai stato chiesto al Consorzio - prosegue Ippolito - che altrimenti lo avrebbe rilasciato come previsto dalla legge e come avvenuto in altre circostanze. Hanno fatto apparire la situazione come un'estorsione, ma si trattava di soldi che il Gdm doveva ricevere anche per delle spese legali nei giudizi che hanno visto Karol soccombere e per un decreto ingiuntivo mai onorato da Karol. L'assegno era intestato al Consorzio, di cui ho sempre difeso gli interessi. Se il Consorzio è tra i più grandi della Sicilia lo è in virtù della trasparenza di gestione. Lo stesso Gip - conclude Ippolito -, e le carte sono a disposizioni di tutti per verificarlo, spiega che non si sono indizi di colpevolezza in ordine alla incolpazione provvisoria contestata dal pm".

La decisione del gip 

Il giudice ha convalidato l'arresto ma allo stesso tempo non ha previsto alcuna misura cautelare. "Il fatto che il nulla osta fosse programmato come contestuale al pagamento delle poste debitorie - scrive il gip - non costituisce dato estorsivo. Nella vicenda può emergere semmai un'indebita strumentalizzazione della sottoscrizione del nulla osta quale mezzo di pressione per il pagamento di un credito che Ippolito riteneva dovuto. Anche rispetto a questa ipotesi però gli indizi non sono univoci".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Presidente consorzio diagnostico arrestato per estorsione: "Soldi dovuti, mia gestione trasparente"“

AgrigentoNotizie è in caricamento