"Non è delinquente abituale": niente misura di sicurezza per Arnone
Respinta la richiesta dell'ex procuratore Luigi Patronaggio. Il magistrato di sorveglianza: "Non emerge uno spessore criminale di così elevata pericolosità sociale"
"Pur prendendosi atto di come il pervicace modus operandi che pone in essere come paladino della giustizia costituisca pericolo di recidiva di reati della stessa specie, non si può considerare Giuseppe Arnone un soggetto di un tale spessore criminale e di una così elevata pericolosità sociale da rendere necessario un percorso rieducativo mediante internamento in una casa lavoro o colonia agricola".
Con queste motivazioni il magistrato di sorveglianza Federico Romoli ha rigettato la richiesta dell'ex procuratore Luigi Patronaggio che aveva chiesto che l'avvocato (sospeso dall'Ordine) ed ex consigliere comunale di lungo corso venisse dichiarato "delinquente abituale". La circostanza avrebbe comportato l'applicazione di una misura di sicurezza quale, ad esempio, l'internamento in un carcere per lo svolgimento di attività lavorativa.
La richiesta poggiava sulle numerose condanne riportate da Arnone che, però, secondo il magistrato di sorveglianza, essendo quasi totalmente relative a reati di opinione quale la diffamazione, non sono indici di particolare pericolosità sociale.