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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Aragona

"Cacciato perché rifiutai di fare un favore al sindaco", dirigente accusa Pendolino

L'ingegnere Salvatore Chiarelli: "Voleva che salvassi un immobile abusivo che interessava a suoi parenti ma era una cosa illegale e mi rifiutai"

“Mi chiese di revocare la sanzione amministrativa, dicendo che con gli amici si poteva chiudere un occhio ma sarebbe stato un atto illegale. Gli dissi che non potevo farlo e per me iniziò la rappresaglia, ci ho rimesso la salute per colpa sua”.

L’ingegnere Salvatore Chiarelli, dirigente del Comune di Aragona, accusa il sindaco Giuseppe Pendolino da lui denunciato e, per questo, finito a processo per l’accusa di abuso di ufficio. Il primo cittadino, in particolare, avrebbe fatto pressioni sul dirigente per costringerlo a mettere le carte in regola su un immobile abusivo e consentire, quindi, a una parente di acquistarlo. Le pressioni di Pendolino sarebbero state finalizzate anche a revocare la consistente sanzione amministrativa che, per prassi, viene comminata dagli uffici quando si accertano violazioni edilizie. Il dirigente ha denunciato il sindaco e si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniela Posante. Ieri, la sua audizione ha aperto il dibattimento davanti al collegio di giudici presieduto da Alfonso Malato.

“La Procura – ha raccontato Chiarelli rispondendo anche al pm Chiara Bisso e ai difensori del sindaco, gli avvocati Donatella Miceli e Loredana Danile – mi ha inoltrato la pratica relativa a questo immobile abusivo e ho avviato la procedura per elevare la sanzione amministrativa. Sapevo che i proprietari erano parenti del sindaco e mi è sembrato corretto metterlo al corrente”. Da quel momento il sindaco avrebbe prima avviato un’opera di convincimento e poi, non riuscendovi, avrebbe fatto scattare una rappresaglia. “Mi chiese di soprassedere e fare in modo che si potesse sanare ma era del tutto impossibile”. Da quel momento, secondo la sua versione, iniziano una serie di incontri dentro e fuori il Comune, persino in un supermercato, alla presenza di un avvocato vicino al sindaco, per chiedere di mettere a posto i documenti e dare il via libera all’operazione edilizia dei parenti. “Gli ribadii che non si poteva fare e, dopo alcune settimane, mi fu revocato l’incarico”. 

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