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Giovedì, 18 Aprile 2024
Microcriminalità / Aragona

Hanno portato via calici, piviali, pissidi e stole: maxi furto alla chiesa Madonna del Rosario

I carabinieri stanno cercando di identificare chi sia venuto in possesso degli oggetti sacri, ma soprattutto – per l’intera comunità – recuperare i preziosi beni che risultano essere sottoposti alla tutela culturale e storica

Sono riusciti a portar via – senza essere visti, né tantomeno sentiti - calici, piviali, pissidi e stole. Furto di numerosi oggetti sacri alla chiesa Madonna del Rosario di piazza Umberto I ad Aragona. Oggetti che risultano essere, fra l’altro, sottoposti alla tutela culturale e storica. A denunciare il furto, messo a segno nei giorni scorsi, è stato don Angelo Chillura, arciprete della chiesa Madonna del Rosario, che s’è, appunto, rivolto alla stazione dei militari dell’Arma del paese.

Il furto – secondo quanto è emerso – non è chiaro, non con precisione, quando è stato messo a segno: certamente fra novembre dello scorso anno e il mese di marzo di quest’anno. Il danno provocato non è stato quantificato, non ancora. E non risulta essere coperto da polizza assicurativa.

I carabinieri della stazione di Aragona – coordinati dal luogotenente cariche speciali Paolino Scibetta – non appena raccolta la denuncia, a carico di ignoti, hanno subito avviato le indagini. Un’attività investigativa che è indirizzata a recuperare gli oggetti sacri trafugati, ma anche all’identificazione di chi ne è in possesso: e in questo caso il possessore rischia un’incriminazione per l’ipotesi di reato di ricettazione.

Il riserbo investigativo è fitto, anzi categorico. Nessuna indiscrezione viene fatta trapelare al riguardo. I controlli, decine e decine, effettuati dai carabinieri, lascerebbero però presagire che i militari dell’Arma della stazione di Aragona – che sono coordinati dal comando compagnia di Canicattì – potrebbero anche aver imboccato la giusta pista investigativa. Potrebbe essere, dunque, una questione di giorni, se non addirittura di ore, per arrivare al rinvenimento degli oggetti sacri portati via – non è chiaro se in un’unica soluzione o in più tranche – dalla chiesa Madonna del Rosario. Il fitto riserbo investigativo naturalmente serve, in questo caso più che mai, a protezione delle indagini perché c’è non soltanto da identificare chi è entrato in possesso dei beni rubati, che non è detto poi sia l’autore del furto, ma soprattutto – per l’intera comunità – recuperare i preziosi oggetti che risultano, appunto, essere sottoposti alla tutela culturale e storica.

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