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Cronaca

Anziano morto per un'infezione rimediata in ospedale? Braccio di ferro difesa-gip

Dopo il no della Corte di appello alla ricusazione per un presunto "pregiudizio di natura personale" con uno dei difensori, la nuova richiesta di astenersi per incompatibilità

Il difensore del direttore sanitario dell'ospedale San Giovanni di Dio, Antonello Seminerio, ovvero l'avvocato Daniela Principato, aveva ricusato il gup Francesco Provenzano che avrebbe manifestato "pregiudizio di natura personale" nei suoi confronti, per via del rapporto professionale della stessa con l'avvocato Giuseppe Arnone, che ha avuto aperti scontri giudiziari con Provenzano.

La Corte di appello ha rigettato la richiesta ma un altro difensore - l'avvocato Arnaldo Faro - ne ripropone una seconda chiedendo al giudice di astenersi perchè diventato incompatibile in seguito al rinvio a giudizio, deciso comunque da un altro giudice, dello stesso Seminerio per l'accusa di omissione di atti di ufficio connessa alla vicenda. E' ormai braccio di ferro fra difesa e gip. Fra sette giorni si torna in aula dove si dovrà discutere l'opposizione dei familiari della vittima all'archiviazione dell'inchiesta a carico di tre medici.

L'inchiesta, che ipotizza l'accusa di omicidio colposo, è quella per la morte dell'ottantunenne Carmelo Cimino, deceduto sei anni fa, all'ospedale San Giovanni di Dio. La vicenda ha già portato a processo lo stesso Seminerio con l'accusa di omissione di atti di ufficio per la mancata sanificazione - obbligatoria per legge - dei locali ospedalieri. Per lo stesso Seminerio e altri due medici - la neurologa Rosa Maria Gaglio e il medico Giuseppe D’Anna del reparto di Medicina dell’ospedale di Agrigento - la Procura ha chiesto per due volte l'archiviazione ma i familiari, attraverso i loro legali, gli avvocati Daniela Ciancimino e Luigi Ventriglia, si oppongono.

Il gip Francesco Provenzano, dopo avere sentito anche le ragioni della difesa – i medici sono assistiti anche dagli avvocati Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano e Carmelita Danile – aveva ordinato nuove indagini e disposto l’iscrizione nel registro degli indagati per Seminerio per l'accusa di omissione di atti di ufficio: il pm Emiliana Busto, sulla base delle ulteriori indagini, ha ritenuto che i mancati controlli e l’omessa attivazione di un comitato operativo di prevenzione in materia di infezione avessero costituito una violazione di legge tanto da chiederne, ottenendolo, il rinvio a giudizio.

Viene, invece, escluso dalla Procura, almeno per il momento un nesso fra la condotta dei medici e la morte dell'anziano. Ed è proprio di questo che si dovrà discutere.

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