Rigettato il ricorso della Dda, per Massimino resta l'accusa di una sola estorsione
"Non tutte le richieste provenienti da un mafioso sono taglieggiamenti", ha motivato il Riesame
Il riferimento è agli accertamenti tecnici eseguiti sullo smartphone di Massimino che è stato passato ai raggi X in un laboratorio informatico di Caltanissetta, con un incarico eseguito in contraddittorio con la difesa e da cui non risulterebbero, secondo il legale che ha chiesto la scarcerazione del villasetano, elementi a sostegno della tesi accusatoria.
Massimino, quattro mesi fa, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tre presunti tentativi di taglieggiamenti ai danni di un costruttore edile di Agrigento commessi fra l’ottobre del 2015 e l’aprile scorso. Insieme al boss di Villaseta, che era tornato libero poco più di un anno prima dopo avere scontato una decina di anni di carcere nell’ambito dell’inchiesta “San Calogero”, è finito in cella anche il suo presunto braccio operativo: Liborio Militello, 49 anni.
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