Disordini durante Akragas-Matera, firmati tre Daspo
Tutto sarebbe iniziato perché un ventiseienne, privo di documento di riconoscimento, pretendeva di entrare ugualmente nello stadio perché aveva acquistato poco prima il tagliando
Tre Daspo - ossia il divieto di accedere ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive - per altrettanti giovani agrigentini. L’ufficio Misure di prevenzione della divisione polizia Anticrimine della Questura ha applicato i provvedimenti di competenza del questore di Agrigento, Mario Finocchiaro.
I Daspo sono stati applicati in seguito alla partita Akragas-Matera, giocata domenica. Fra i destinatari: I. G. di 26 anni perché "mentre si trovava fuori dal varco di sicurezza, privo di documento di riconoscimento, pretendeva - ha ricostruito la Questura - di entrare ugualmente perché aveva acquistato poco prima il tagliando d’ingresso e si rifiutava di declinare le proprie generalità. Invitato ad andare vicino le auto di servizio per la sua identificazione, non ottemperava ed anzi andava in escandescenze. Lo si invitava, dunque, a salire sull’autovettura di servizio per essere portato alla caserma dei carabinieri per la sua identificazione".
Daspo anche ad M. C., 27 anni, perché "scavalcava le transenne - ricostruisce la Questura - entrando nel dispositivo di sicurezza per impedire che I. G. venisse fatto salire sull’autovettura dei carabinieri". E divieto di accedere agli stadi anche per G. O., 20 anni, perché "mentre militari dell'Arma, in servizio di ordine pubblico, procedevano a fare accomodare sul mezzo di servizio i due giovani - ricostruisce la Questura di Agrigento - proferiva contro i militari operanti frasi ingiuriose. Veniva bloccato da un carabiniere che lo invitava a fornire le sue generalità ed al diniego fatto dal giovane, veniva dal militare accompagnato a fatica vicino ad un’auto di servizio per condurlo in caserma per la sua identificazione".
Alcuni sono stati anche denunciati per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazione sulla propria identità personali e lesioni in occasione di manifestazioni sportive. Fra i tre, uno era già stato sottoposto al Daspo, motivo per il quale la legge prevede l’applicazione del divieto per un minimo di 5 anni ed un massimo di 8, con la previsione obbligatoria dell’obbligo di comparizione alla polizia giudiziaria durante lo svolgimento delle partite della propria squadra.