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Acqua pubblica

Aica, nel 2022 accumulato un passivo di 4 milioni: convocazione in Prefettura sulla trasparenza del Cda

Nei 4 mesi del 2021 il “buco” ammontava a 1,3 milioni. Le perplessità del delegato del sindaco di Licata: “Non condivido il metodo della gestione politica, le condizioni attuali del gestore unico non lo consentono”

Quattro milioni di passivo nel 2022 e un altro “segno meno” da 1,3 milioni per i 4 mesi del 2021, quando tutto ebbe inizio dopo il crack di Girgenti Acque. Numeri che non lasciano spazio ad altre considerazioni, ma la tendenza ora deve necessariamente cambiare, come a cambiare è stato l’assetto dell’azienda. Intanto, nella giornata di giovedì 27 aprile alle 10,30 il prefetto Maria Rita Cocciufa ha convocato un incontro sulla mancata trasparenza del futuro Cda e sulla “criticità”, evidenziate della consulta di Aica, che si sarebbero riscontrate nella gestione dell’azienda. Il prefetto, inoltre, ha sottolineato l’importanza di questo incontro che “sarebbe opportuno estendere alle associazioni interessate alla problematica dell’acqua al fine di favorire un maggiore coinvolgimento della società civile”.

Insomma la nuova stagione di Aica, l’Azienda idrica comuni agrigentini che gestisce l’acqua pubblica, dovrà essere necessariamente determinante e non ci si può permettere di sprecare tempo. Il primo passo, importantissimo, è stata la costituzione del nuovo Consiglio di amministrazione che, come ormai noto, è all’insegna del cosiddetto “primato della politica”. E su questo specifico aspetto è intervenuto il delegato del sindaco di Licata presso Ati ed Aica Salvatore Licata: “Tutto è compito - ha detto - e così come molti sindaci hanno dichiarato e voluto ora abbiamo i nominativi del nuovo Consiglio di amministrazione. Senza voler entrare nel merito e nelle competenze di ogni singolo soggetto, tutti rispettabilissimi, dichiaro subito di non condividere il metodo adottato. Le condizioni attuali del gestore unico Aica non lo consentono.

Se continuando a far prevalere il primato della politica Ati ed assemblea Aica ci hanno portato ad avere 1,3 milioni di euro di passivo per i quattro mesi del 2021 e 4 milioni nel  2022 e senza correttivi strutturali, chissà cosa accadrà nel 2023: c’è il rischio di farci sfuggire di mano la gestione pubblica dell’acqua. Si lanciano messaggi fuorvianti che riguardano sofferenze di Aica come fatture non pagate da parte dei Comuni. Questa cosa, seppur deplorevole, non c’entra nulla con la passività di Aica ed è un problema nella misura in cui lo si vuole far diventare un problema. Esiste una specifica delibera di Arera che indica come, quando e con quali misure rientrare da quei crediti. Basta applicarla senza timore di incorrere nelle ire di qualche sindaco. Non si prende in considerazione l’elevato numero di utenze a forfait che molto sottraggono agli incassi di Aica ed in maniera strutturale, facendo saltare il principio cardine del ’ricavo garantito’ ed il ‘full cost recovery” che Ati dovrebbe garantire ad Aica. Forse il primato della politica non lo consente.

Potrei condividere il concetto di primato della politica se, prima di sentire o leggere dell’imminente assunzione di 25 unità  per rimpinguare l’organico di Aica, leggessi anche di tagli ai costi fissi strutturali o di nuove entrate strutturali. In assenza di ciò non lo condivido, perché a mio parere si mettono a rischio i posti di lavoro già esistenti appesantendo di altri 600/700 mila euro annui il già deficitario bilancio di Aica”.

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