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Aica, la Regione allarga le braccia: non ci sarà commissariamento per i Comuni "morosi"

Dall'assessorato agli Enti locali arriva il "no" alla possibilità di un intervento sostitutivo nei confronti dei municipi che non hanno versato alla consortile le somme destinate

Non ci sarà alcun commissariamento nei confronti dei Comuni che hanno deciso, un po' arbitrariamente, di non trasferire all'Aica le somme che sono state destinate dalla Regione Siciliana alla società consortile pubblica.

Dall'Assessorato regionale agli Enti locali, infatti, giunge un secco "no" all'ipotesi di un intervento sostitutivo per "sbloccare" tutte quelle amministrazioni locali che - dopo aver voluto e difeso la creazione di una gestione diretta - oggi sembrano restii ad "investire" sul futuro della società consortile.

E dire che un paio di settimane fa era stato il presidente dell'Aica, il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, a lanciare un vero e proprio allarme sul rischio che la società potesse crollare a causa di questo "stop" nei trasferimenti: oggi sono, diceva, 21 i municipi che non avrebbero provveduto a presentare alla Regione l'istanza di erogazione delle somme. Si trattava, nel dettaglio, di Aragona, Calamonaci, Caltabellotta, Canicattì, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara, Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sciacca e Villafranca Sicula. 

Il problema, nel dettaglio, non era tanto - o solo - di "liquidità" per la struttura, ma il rischio a lungo termine che le somme venissero definitivamente eliminate. E' la stessa Regione, infatti, a spiegare che "ove nessuna richiesta dovesse pervenire entro l’esercizio finanziario in corso, l’Amministrazione regionale procederà all’eliminazione delle somme impegnate in favore dei predetti Comuni".

Una situazione che non è mutata per una lunga serie di motivazioni (di vario tipo) con, per usare le parole di Provvidenza, "le amministrazioni che hanno manifestato di fatto un percorso di mancata e reale collaborazione finalizzata al successo di una gestione pubblica del servizio idrico integrato".

Che sia per mancanza di fiducia verso la governance, o per volontà di far crollare (in silenzio) la prima gestione pubblica del servizio idrico, forse, lo scopriranno i posteri.

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