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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Riti woodoo, minacce e droga per fare prostituire giovani nigeriane: due arresti

Per gli inquirenti appartengono ad un'associazione per delinquere transnazionale, dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, alla tratta di essere umani ed allo sfruttamento della prostituzione

Giovani nigeriane soggiogate con riti voodoo e minacce per costringerle alla prostituzione. E' quanto portato alla luce dai militari della guardia di finanza di Palermo, che hanno arrestato due uomini. I due, di nazionalità nigeriana, sono stati fermati ad Agrigento e Alessandria. Per gli inquirenti appartengono a un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla tratta di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione.

I fermi sono stati eseguiti dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria e della stazione navale di Palermo, al termine di indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dell'aggiunto Maurizio Scalia e dei sostituti Annamaria Picozzi e Calogero Ferrara. Si tratta della prosecuzione dell'operazione "Boga", eseguita a giugno dalle fiamme gialle palermitane ad Agrigento, Reggio Calabria e Napoli e che aveva già portato all'arresto di tre nigeriani e di un ghanese.

Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, l'organizzazione spingeva alcune giovani nigeriane "a fronte della promessa di un lavoro in Italia, ad assumersi un debito di 30 mila euro, quale pagamento del viaggio verso l'Italia e per l'avviamento al lavoro. Le ragazze, che si trovavano in uno stato di vulnerabilità psicologica, sottoposte a riti voodoo, venivano trasferite in Libia, in strutture di detenzione, per poi essere imbarcate alla volta dell'Italia, in particolare Lampedusa. Dopo essere giunte nel centro di prima accoglienza di Siculiana, venivano avviate alla prostituzione, con l'obbligo di riscattare progressivamente la somma concordata per riottenere la libertà' ed evitare conseguenze per loro e i familiari in Nigeria".

Le indagini hanno ora permesso di stabilire che “i due fermati nello scorso fine settimana erano incaricati di condurre le ragazze vittime della tratta dal centro di prima accoglienza 'Villa Sikania' di Siculiana a Catania, per essere poi condotte a Reggio Calabria e qui avviate alla prostituzione, anche con minacce di morte e, almeno in un caso, con la somministrazione forzata di sostanze stupefacenti, per fiaccarne ogni resistenza".

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