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Cronaca

Ristorazione da asporto e assembramenti, la Prefettura fa chiarezza: ecco le regole

Il prefetto Maria Rita Cocciufa ha voluto mettere dei paletti fissi per una corretta interpretazione della norma del decreto del presidente del Consiglio dei ministri: vietata la consumazione di cibi e bevande sul posto, l’esercente deve fare rispettare il distanziamento interpersonale

Il rischio, più che concreto, è sempre lo stesso: assembramenti. Nonostante sia rimasto il coprifuoco, fissato alle ore 22, ci si avvicina ai giorni di festa. Negozi e locali di ristorazione registreranno - inevitabilmente - una impennata di presenze. Qualche dubbio, anzi forse più qualcuno, è stato manifestato per le attività di ristorazione con asporto. A fare chiarezza, con una nota rivolta a tutti i sindaci della provincia, è stato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa.

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Il prefetto ha, di fatto, voluto mettere dei paletti fissi per una corretta interpretazione della norma del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre scorso. La questione affrontata riguarda, in particolare, il divieto di consumazione nelle adiacenze del locale e il rispetto di un’eventuale precisa distanza. La nota della Prefettura ha specificato che "la vendita per asporto determina sempre l’allontanamento dal locale presso il quale è stato effettuato l’acquisto, essendo vietata la consumazione di cibi e bevande sul posto; l’esercente, oltre a fare rispettare il distanziamento interpersonale, dovrà avere cura di avvisare la clientela di tale obbligo. Riguardo alla sfera del cliente, quest’ultimo avrà a suo carico anche l’obbligo di rispettare il divieto di assembramento, - scrive la Prefettura - indipendentemente dalla distanza rispetto all’esercizio pubblico, visto che la disposizione risponde alla finalità di contenimento dei fenomeni aggregativi".  
 
 

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