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Martedì, 23 Aprile 2024
Il caso

Rete idrica di Agrigento, alcuni tratti rischiano di essere pagati due volte

Nel progetto sono inserite anche alcune zone già oggetto di rifacimento nel corso dei 10 anni trascorsi: saltati inoltre milioni di euro di interventi a causa dei ritardi

Era il 2013 quando il progetto della nuova rete idrica di Agrigento venne nei fatti completato e da allora sono trascorsi esattamente 13 anni prima che si potesse, tra alterne vicende, mettere a gara i lavori che consentiranno di ridurre o eliminare le perdite e i disagi per i cittadini.

Un lasso di tempo così lungo,  frutto di un complesso quadro di riferimento e dei fatti accaduti (ritardi burocratici, interdittiva antimafia alla Girgenti Acque, errori nella redazione del bando ecc) che porta con sè anche dei potenziali pericoli.

Già perché quel progetto, datato ben 10 anni, non terrebbe conto dell'effettivo stato dell'arte e di quanto accaduto in due lustri, soprattutto tutte le riparazioni, le sostituzioni e i rifacimenti integrali. Ci sono infatti zone come ad esempio nel centro storico che, per un motivo o per un altro, hanno fatto registrare dei lavori di manutenzione straordinaria: oltre a quelli messi in campo dall'allora Girgenti Acque ci sono ad esempio interventi del Genio Civile o anche del Comune di Agrigento (un esempio? quanto fatto in occasione dei lavori di Terra Vecchia).

Tutto questo, a guardare gli elaborati, sembra proprio non sia stato considerato. Ma c'è il rischio di pagare due volte gli interventi? In linea strettamente tecnica no: si tratta infatti di un progetto a "misura", quindi chi si aggiudicherà l'appalto verrà pagato solo per quello che andrà a realizzare. Il direttore dei lavori, quindi (che non è collegato al privato) valuterà caso per caso lo stato dell'arte e deciderà se quel tratto sia poi da rifare o meno. E questo è in linea di principio.

Nei fatti tuttavia c'è il rischio che questo porti a ricorsi con l'impresa che si è aggiudicata l'appalto, o che, chi si occupa della direzione dei lavori possa non prendersi l'onere di certificare la qualità di qualcosa che, effettivamente, non ha progettato né realizzato. 

Quindi, sempre parlando in termini ipotetici, il rischio di una duplicazione c'è eccome e a pagare, come sempre, saranno i cittadini, che hanno già dovuto farsi carico di costi di progettazione che alla fine saranno duplicati, dato il tutto (ma non si poteva, evidentemente, prevederlo 13 anni fa).

Gli agrigentini, del resto, hanno già dovuto farsi carico degli effetti dei ritardi di questa grande opera: infatti, per consentire l'aggiornamento dei prezzi dell'appalto con i costi delle materie prime ormai maggiorati, è stato necessario - per non sforare quanto stanziato con il finanziamento pubblico dei lavori - eliminare delle opere.

In dettaglio, da quanto ci risulta, verranno meno milioni di euro di interventi nella zona di San Leone, oltre che quelli per il rifacimento di una condotta di adduzione alla città.

Quando si dice, il costo della burocrazia (e anche della cattiva politica).

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