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Cronaca

"L'ho visto a terra maciullato", racconto schock di un collega dell'operaio morto in cantiere

Giuseppe Patti si blocca e non riesce quasi a parlare quando è costretto in aula a rievocare l’incidente in un cantiere del viale Cannatello che, il 29 gennaio del 2016, costò la vita al favarese Antonio Vitello, 55 anni

“L’ho visto con la faccia a terra, maciullato. Non mi ci faccia pensare, mi arrizzanu li carni”. L’operaio Giuseppe Patti si blocca e non riesce quasi a parlare quando è costretto in aula a rievocare l’incidente in un cantiere del viale Cannatello che, il 29 gennaio del 2016, costò la vita all'operaio favarese Antonio Vitello, 55 anni.

Il collega della vittima è stato ascoltato al processo, davanti al giudice Wilma Angela Mazzara, in cui è imputato Giuseppe Schembri, 64 anni, anche lui di Favara, titolare dell’impresa S.C.M. alle cui dipendenze lavorava la vittima. “Stavamo lavorando al quarto piano – ha detto rispondendo al pubblico ministero Alessandra Russo -, dovevamo ristrutturare alcuni cornicioni, a un certo punto non l’ho visto più. Ho sentito un botto, ho guardato a terra e ho visto che Antonio era caduto”. Quando è il turno del difensore dell’imputato, l’avvocato Salvatore Pennica, che gli chiede di spiegare meglio cosa avesse visto, per ricostruire la dinamica, il teste si inceppa un po’ per l’emozione. “Mi arrizzanu le carni”. La Procura contesta all'imputato il reato di omicidio colposo perché avrebbe consentito che l’operaio lavorasse in condizioni di sicurezza inadeguate. 

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