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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Locali della movida chiusi alle 24, Picarella: "Porterà i commercianti verso il baratro"

Insorge il presidente di Confcommercio che è pronto a tutelare gli imprenditori del settore

Nuove regole per la movida agrigentina, in "fase 2" del Coronavirus. Regole - divieto di vendita di alcolici a partire dalle ore 21 e locali chiusi a mezzanotte - che sono stati decise durante il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa.

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Fra favoreli, per la tutela della salute pubblica, e contrari, perché sarà il colpo mortale per i locali della movida, c'è anche una voce, che non può non essere tenuta in conto, quella dei commercianti. A prendere parola è Francesco Picarella, presidente di Confcommercio della provincia di Agrigento: “Chiediamo  un intervento da parte del sindaco a favore della categoria tanto più che, ancora una volta, ci aspettavamo che tali misure si concertassero con le associazioni di categoria che invece non sono state interpellate.  E’ evidente - aggiunge Picarella -  che come associazione di categoria non ci possiamo permettere di perdere di vista l’obiettivo della sicurezza sanitaria che rimane una priorità visti i rischi tuttora presenti e, come previsto proprio dalle norme, abbiamo fatto opera di informazione e formazione a tutti gli associati invitando i titolari dei bar e dei ristoranti a rispettare e far rispettare in maniera puntuale le prescrizioni previste dal Protocollo sanitario del settore. Gli esercenti stanno lavorando in una condizione complicatissima di grande difficoltà operativa ed economica, non possiamo permetterci ulteriori restrizioni”. 

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Picarella "abbraccia" il grido comune dei commercianti agrigentini. "La stretta anti-movida dalla Prefettura di Agrigento con limitazioni su vendita ed orari segnerà la fine di molte attività. Proprio in questa fase di ripartenza, dove in molti stanno provando a riaprire i loro punti vendita, rischia di dare la mazzata finale e portare i commercianti verso il baratro".

Anche la politica, in queste ore, sta dicendo la sua. La portavoce cittadina di Fratelli d'Italia, Paola Antinoro, ha dichiarato: "E’ corretto che le istituzioni si preoccupino del nostro benessere e che noi stessi dovremmo fare di tutto per tutelare la salute dei nostri figli, dei nostri anziani e la nostra salute e, in merito,  dobbiamo dare atto che gli agrigentini e tutti gli abitanti della nostra provincia hanno dimostrato tanto buon senso e spirito di sacrificio e di rispetto per disposizioni che hanno limitato la loro libertà e messo in ginocchio le loro attività. Riteniamo che nell’assumere decisioni che hanno forti refluenze sulle nostre libertà individuali, necessita trovare dei punti di equilibrio che concilino la tutela della salute pubblica con la necessità di un minimo di ripresa economica e di tutela di chi, in questi ultimi mesi, ha visto andare in fumo un progetto di vita - ha aggiunto Antinoro - . E’ sicuramente condivisibile che si diano dei limiti alla possibilità di asporto e consumo in aree pubbliche di alcolici, ma non è condivisibile che gli stessi non possano essere consumati da chi usufruisce di locali che danno la possibilità di sedersi nel rispetto delle norme di distanziamento, come trovo non condivisibile la chiusura di questi ultimi entro le ore 24. Vogliamo far rilevare che la stessa città di Milano, che sicuramente è stata pesantemente e maggiormente colpita dal contagio del coronavirus, non ha adottato misure cosi stringenti. Fratelli d'Italia invita il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a volere rivedere parte della propria decisioni conciliando la tutela della salute pubblica con la tutela del benessere sociale ed economico della citta e della provincia tutta".

Sulla vicenda è intervenuto pure il candidato a sindaco Marco Zambuto che ha commentato: "Agrigento non è Milano, e, soprattutto, Agrigento non è territorio non soggetto alle iniziative legate alla ripartenza post emergenza covid adottate dai governi nazionale e regionale".

Zambuto aggiunge: "Come può il governo nazionale incentivare le riaperture degli esercizi commerciali e quello locale, invece, tagliare in tronco ogni possibilità di ripresa? Garantire il distanziamento sociale non puo' e non deve tradursi con l’impedire ai locali la vendita di alcolici dopo le 21 ed una serrata imposta alle 24. Se al loro interno i locali sono in grado di garantire tutte le norme di sicurezza, con le dovute precauzioni (riscontrabili dalle forze di Polizia), devono poter lavorare. Chi tra tanti sacrifici ha deciso di riaprire ha la mia massima solidarietà! L’attuale amministrazione è responsabile di una  nuova e grave, se non mortale, batosta economica che i commercianti non dovrebbero subire. Se questa misura è adeguata per Milano non significa che lo sia per Agrigento. Concludo ribadendo massimo rispetto per le forze dell’ordine che hanno maggiori difficoltà nel far rispettare le giuste distanze nei luoghi pubblici e non in quelli privati".

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