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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sgombero degli hotspot, Musumeci: "Se le Prefetture non lo faranno ci rivolgeremo alle Procure"

Il termine ultimo per evacuare le strutture d'accoglienza scade a mezzanotte. Il governatore: "Nessuno contesta che la gestione dell'immigrazione appartenga allo Stato. Se la competenza sanitaria è pure loro, allora sono fuori legge perché le norme anti-Covid in Sicilia, in quei locali, non sono state mai rispettate"

Il termine ultimo, per sgomberare hotspot e centri d'accoglienza, è mezzanotte. "Se le Prefetture non lo faranno, ci rivolgeremo alle Procure perché saremo di fronte ad una palese omissione. Se il Governo dovesse impugnare la nostra ordinanza, e ancora non lo ha fatto, noi faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune. Se non dovesse scegliere né l'una, né l'altra strada, ma venire incontro alla legittima richiesta da noi avanzata, il Governo può chiederci due, tre, otto giorni di tempo per trovare la possibile ricollocazione dei migranti e, soltanto allora, quando saranno vacanti, noi metteremo i sigilli a tutti i centri d'accoglienza". E' con queste parole che, in maniera chiara, il presidente della Regione ha tracciato le eventualità delle prossime ore. Perché nessuno dalla Regione intende fare un solo passo indietro. 

Musumeci: "Inadeguati, impossibile mantenere le distanze"

"Nessuno contesta che la gestione dell'immigrazione appartenga allo Stato. Noi ci stiamo occupando di salute, di quella promiscuità disarmante che è fonte di contagio. I nostri medici dicono che i numeri di migranti positivi cresce ogni giorno di più, non stiamo facendo allarmismo, ma stiamo rivendicando il diritto alla tutela della salute dei siciliani" - ha detto, durante la conferenza stampa tenuta a Catania, il presidente della Regione: Nello Musumeci. "E' capitato anche che alcuni migranti risultassero positivi solo dopo la loro ricollocazione, è successo in Abruzzo. A meno che quei locali non siano zona franca, e abbiano i privilegi di cui godono le ambasciate, devo fare rispettare le regole di prevenzione" - hanno rimarcato sia il governatore che l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, - .

Musumeci è stato chiaro, categorico, nei confronti di Roma: "Se la competenza sanitaria è vostra, siete fuori legge perché le norme anti-Covid in Sicilia, in quei locali, non sono state mai rispettate". C'è già al lavoro una task force per verificare il numero di presenze e le condizioni di ogni hotspot. "Se le condizioni dovessero essere quelle che abbiamo conosciuto nelle scorse settimane, i migranti non possono restare in quei posti".  

Durante la conferenza stampa sono stati riportati i dati degli sbarchi: 7.067 migranti solo a luglio sulle coste siciliane e oltre 3 mila arrivi, numero aggiornato a Ferragosto, questo mese. Lo scorso anno, invece, durante tutto il mese di agosto erano sbarcati 1.268 migranti e a luglio: 1.088. "Non sarebbe stato più logico creare un ponte aereo? Non sarebbe stato più logico mettere tutti i positivi sulla nave quarantena e gli altri ricollocarli in breve tempo? Non sarebbe stato più logico andare in Tunisia a febbraio?" - Musumeci ha posto questi interrogativi durante la conferenza stampa tenuta a Catania - .

Musumeci ha firmato: "Entro domani tutti i migranti devono essere trasferiti"

Musumeci s'è soffermato sul "caso" Lampedusa. "Lo scorso 26 giugno abbiamo chiesto, dopo che era stato deliberato dal consiglio comunale, lo stato d'emergenza. Lampedusa è abbandonata a se stessa, a nulla è valso il grido d'allarme del sindaco, a nulla il soporallugoo e visita dello stesso ministro dell'Interno. Oggi - a due mesi di distanza - la dichiarazione dello stato d'emergenza su Lampedusa non c'è stata. Gli operatori economici non ce la fanno più".

Tornando agli hotspot, il governatore ha detto chiaramente: "Noi abbiamo visitato l'hotspot che sono in condizioni indicibili. E non sono certo migliori le condizioni dei centri che accolgono i migranti a Porto Empedocle, a Pozzallo a Siculiana. Hotspot e centri d'accoglienza non sono rispondenti ai criteri di prevenzione previsti in una condizione di emergenza da epidemia. Se chiediamo alla gente di portare la mascherina, di stare ad un metro di distanza, di evitare la promiscuità, se contestiamo gli assembramenti, giustamente, dovuti  all'esuberanza giovanile, i provvedimenti duri e seri sulle discoteche, è mai possibile - ha incalzato Musumeci - che in un salone devono starci 500-700 persone? Non mi importa la nazionalità, sono esseri umani che si trovano sul territorio della mia regione e io sono il soggetto attuatore del piano anti-Covid". 

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