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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Sea Watch3, il legale di Carola Rackete: "Clima di odio alimentato da chi ha ruoli istituzionali"

La trentunenne tedesca, dopo l'interrogatorio durato poco meno di 4 ore, ha detto: "Spero che la commissione europea, dopo l'elezione del nuovo Parlamento, faccia il meglio per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili"

"Spero che la commissione europea, dopo l'elezione del nuovo Parlamento, faccia il meglio per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili". Lo ha detto, all'uscita dal palazzo di giustizia dove è stata interrogata per circa 4 ore, l'ormai ex capitano della "Sea Watch3": Carola Rackete. "Abbiamo migliaia di profughi che vanno evacuati da un paese in guerra. Mi aspetto dalla commissione europea che trovi al più presto un accordo per dividere i profughi tra i paesi europei" - ha aggiunto - . 

Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", concluso l'interrogatorio di Carola Rackete

Carola Rackete è stata sentita dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Cecilia Baravelli in quanto indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per disobbedienza a nave da guerra. "Sono stata molto contenta di avere avuto l'opportunità di spiegare tutti i dettagli del salvataggio del 12 giugno" - ha detto la giovane all'uscita dal tribunale - .

Carola Rackete, i pm depositano ricorso contro la mancata convalida dell’arresto

Non è più capitana della Sea Watch3

"Carola non è più membro dell'equipaggio della Sea Watch quindi a questo punto farà altro. Nella sua vita non ha fatto solo la capitana ma tanto altro. Farà quel che crede" - lo ha spiegato, durante il breve incontro con la stampa: all'uscita del tribunale, l'avvocato Alessandro Gamberini, legale di  fiducia di Carola Rackete - . 

Carola Rakete e avvocati in tribunale

"Clima di odio con valenza istigatoria"

“Che il clima di odio ci sia e venga alimentato da dichiarazioni aggressive, irresponsabili e false, come quelle che il ministro Matteo Salvini ha presentato nei suoi profili social è pacifico - ha aggiunto l’avvocato Alessandro Gamberini - . Un conto che lo fa uno al bar, un altro è se arrivano da un uomo che ha responsabilità istituzionali. In questo senso noi crediamo che questo abbia una valenza istigatoria. Crea come un grande macigno buttato nello stagno, grandi ripercussioni”. Accanto a lui e all’altro suo difensore, l’avvocato Leonardo Marino, c’è Carola che non aggiunge nulla oltre alle dichiarazioni e dribbla pure la domanda su Salvini. “Cosa ne pensò? Nulla”. Gamberini, invece, ha aggiunto: “Il ministro degli Esteri dice espressamente che la Libia non è un porto sicuro. Questo esigerebbe, se fossimo in una situazione coerente, che i Paesi europei si obbligassero a presidiare le acque Sar libiche. Criminalizzare le associazioni umanitarie per quello che dovrebbero fare i Paesi europei è una cosa incoerente, una vergogna. La motovedetta libica che si è avvicinata esibiva un’insegna del comandante di una milizia ed è una cosa documentata”.

IL VIDEO. l'avvocato di Carola: "Non si può criminalizzare per aver fatto quello che non fanno i Paesi europei"

La ricostruzione del salvataggio 

"Sono state semplici le cose da dire, questo è un salvataggio in mare fatto con tutti i crismi della regolarità e delle esigenze drammatiche che si erano realizzate. Tutto era documentato nel diario di bordo, da noi avvocati e abbiamo prodotto tutto. I Pm hanno chiesto i chiarimenti del caso e l'interrogatorio è durato quel tanto che doveva durare" - ha ricostruito, dopo l'interrogatorio durato poco meno di 4 ore, l'avvocato di fiducia di Carola Rackete: il legale Alessandro Gamberini - . "E' una vicenda, a nostro avviso, chiara. E' giusto che ci sia un'indagine - ha aggiunto - ma, su questo, montare strane idee sui salvataggi di Sea Watch è fuori dal mondo. Si è parlato del soccorso, di alcune ore successive e del passaggio della nave alle acque territoriali italiane perché questo era l'oggetto dell'attenzione della Procura in questo momento. Abbiamo ribadito lo stato di necessità, tutti dicono che la Libia non è in grado di offrire porti sicuri, allora questo esigerebbe, se ci fosse coerenza, che i Paesi europei si decidessero a presidiare le acque Sar libiche. Perché chi lo deve fare? Le organizzazioni dei volontari? La Sea Watch è una di queste organizzazioni - ha proseguito l'avvocato - e criminalizzare la Sea Watch per una cosa che dovrebbero fare gli stati Europei è incoerente. E' inutile rimandare alle responsabilità dei libici".

Dalla Procura 

"Si è trattato di un incontro sereno al quale seguiranno tutte le valutazioni del caso". Commentano così, fonti della Procura, l'interrogatorio di Carola Rackete. I pm, adesso, nell'attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso in merito contro la mancata convalida dell'arresto, per il secondo procedimento che ipotizza la resistenza a pubblico ufficiale e la resistenza o violenza a nave da guerra, esamineranno il verbale dell'audizione e la documentazione prodotta durante l'interrogatorio dai difensori dell'attivista tedesca, gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini. 

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