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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Minacciò di far chiudere panificio e fece scattare i controlli", ex consigliere dovrà risarcire il Comune

La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti lo ha ritenuto responsabile del danno all'immagine dell'amministrazione comunale e del danno da servizio nei confronti degli enti coinvolti 

Giuseppe De Francisci, 35 anni, dovrà versare 11 mila euro al Comune e 500 euro ciascuno ad Asp e Ispettorato. Lo ha deciso, secondo quanto riporta oggi il Giornale di Sicilia, la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che lo ha ritenuto responsabile del danno all'immagine dell'amministrazione comunale e del danno da servizio nei confronti degli enti coinvolti. 

Per lui il pm contabile aveva chiesto la condanna a 27.300 euro per il danno all'immagine (cifra corrispondente al 60% della pena alla quale era stato condannato in sede penale) e 3.024 euro (pari ai gettoni di presenza percepiti) per il danno da disservizio: 1.512 euro per il Comune e 756 ciascuno per Asp e Ispettorato del lavoro. L'ex consigliere, per la stessa vicenda era stato processato dal tribunale di Agrigento e condannato nel 2013 a sei mesi di reclusione per tentata violenza privata e abuso di ufficio aggravato, oltre al pagamento di 5 mila euro alla parte civile. La sentenza era stata confermata dalla Corte di appello di Palermo nel 2015 ed era divenuta irrevocabile il 15 febbraio 2016.

De Francisci era stato condannato per il tentativo di violenza privata in quanto aveva - stando a quanto viene riportato dal Giornale di Sicilia - minacciato il titolare del panificio di fare chiudere l’attività se avesse continuato ad avere contatti con la sua ex fidanzata. Si era aggiunta l’accusa di abuso di ufficio perché, dopo qualche giorno, aveva inviato una nota in cui riferiva di “diverse segnalazioni ricevute da privati cittadini circa il mancato rispetto, da parte dei titolari del panificio, della normativa sanitaria e fiscale, l’assenza di regolare autorizzazione per l’apertura dell’attività e l’eccessiva emissione di rumori e calore”. Non contento, aveva sollecitato un intervento urgente degli organismi preposti ai controlli facendo scattare in pochi giorni tre ispezioni da parte dei vigili urbani, dell’Asp e dell’Ispettorato del lavoro. Ispezioni dalle quali non erano emerse violazioni o irregolarità. Da qui la denuncia e il successivo processo.

Ma sulla vicenda, sin dalla richiesta di rinvio a giudizio, aveva acceso i riflettori anche la procura contabile ipotizzando da una parte il danno all'immagine dell'amministrazione comunale e dall'altro un danno da disservizio. 

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