Braccianti sfruttati in campagna, Dda chiede rinvio a giudizio per 9 indagati
L'udienza preliminare si terrà il 26 maggio. I 9 fermi vennero, invece, effettuati lo scorso 8 novembre dai carabinieri
Si terrà il 26 maggio, nel nuovo palazzo di giustizia di piazza Pagano a Palermo, l'udienza preliminare dell'inchiesta denominata "Ponos" che ipotizza un giro di sfruttamento di braccianti agricoli nelle campagne per pochi euro all'ora. I pubblici ministeri della Dda di Palermo, Calogero Ferrara e Ilaria De Somma, hanno chiesto, lo scorso venerdì, il rinvio a giudizio dei 9 indagati.
"Migranti sfruttati nelle campagne per pochi euro all'ora", la Dda vince il braccio di ferro con la Procura
A fine gennaio, il fascicolo venne assegnato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo. Lo stabilirono il procuratore generale Roberto Scarpinato e il sostituto Umberto Giglio chiudendo così il cosiddetto "contrasto positivo" fra uffici giudiziari che, in sostanza, si contendevano un'indagine.
Gli indagati sono: Vera Cicakova, slovacca, 59 anni e la figlia Veronika, 37 anni, ritenute a capo dell'organizzazione; Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Burgio, 42 anni, di San Cataldo; Inna Kozak, 26 anni, ucraina, dichiarata irreperibile con decreto del 3 marzo scorso; i romeni Neculai Stan di 62 anni e Vasile Mihu di 43 anni; Emilio Lombardino, 46 anni di Porto Empedocle; Giovanni Gurrisi, 41 anni, di Agrigento.
I nove fermi - nell'ambito dell'indagine sul fenomeno del caporalato nelle campagne fra Campobello di Licata, Naro, Canicattì, Favara, Palma di Montechiaro, ma anche Riesi e Mazzarino - sono stati effettuati, lo scorso 8 novembre, dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento e da quelli del nucleo Ispettorato del lavoro con il coordinamento del pubblico ministero Gloria Andreoli. Il giudice Stefano Zammuto, in seguito, non ha convalidato i fermi, ritenendo che non vi fosse il pericolo di fuga, ma ha applicato delle misure cautelari che, in parte, sono state modificate dal tribunale del riesame.
Adesso - dopo la richiesta di rinvio a giudizio - gli indagati hanno facoltà di prendere visione degli atti trasmessi dall'ufficio del pubblico ministero, di presentare memorie e di produrre documenti. Il giudice per le indagini preliminali Rosario Di Gioia ha, infatti, fissato l'udienza preliminare per il 26 maggio.